“Arte che cura: la salute parte dal cervello”

Diffondere la cultura della consapevolezza, della cura di sé e del raggiungimento del proprio equilibrio psico-fisico, attraverso la conoscenza e un approccio integrato, che comprenda anche l’esercizio di pratiche artistiche: con questi obiettivi si è svolto il talk “Arte che cura: la salute parte dal cervello”, promosso da Lundbeck Italia e BAM (Biblioteca degli Alberi Milano), un progetto di Fondazione Riccardo Catella. L’appuntamento si è tenuto in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (lunedì 10 ottobre), il cui tema è “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”. In linea con questo tema, al talk show hanno partecipato esperti in diversi ambiti professionali legati alla salute mentale che hanno sensibilizzato il pubblico sul concetto di well-being e su quanto sia importante salvaguardare il benessere mentale, a beneficio dello stato di salute complessivo.

<La salute mentale, associata a un soddisfacente livello di qualità di vita, deve diventare una priorità di tutta la collettività>, dichiara il Professor Bernardo Dell’Osso, Ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze ASST Fatebenefratelli-Sacco. <Tuttavia, è spesso difficile comprendere come affrontare uno stato di disagio psichico, soprattutto quando ci si trova di fronte a una vera e propria patologia psichiatrica. Per tale motivo, è necessario rivolgersi a specialisti che possano valutare le condizioni psico-fisiche della persona e mettere in atto le opportune strategie terapeutiche, integrate e personalizzate, che permettano di ristabilire uno stato di benessere complessivo. Oggi abbiamo a disposizione diversi strumenti terapeutici, oltre alle cure mediche, che possono sostenere chi si trova ad affrontare queste condizioni. Tra queste, nel contesto dei percorsi di riabilitazione, sicuramente rientra l’arteterapia>. 

Con questo termine si indicano un insieme di tecniche e trattamenti terapeutici che utilizzano le arti visive e in senso più ampio, anche il teatro, la musica e la danza, per promuovere la salute della persona nell’ambito della sfera emotiva, affettiva e relazionale, favorendo l’autostima e incrementando la socializzazione. Inoltre, attraverso l’Arteterapia è stato dimostrato come siano rilevabili miglioramenti delle funzioni cognitive, quali memoria, attenzione, pianificazione, spesso deficitarie nelle persone affette da disagio psichico.

<Conosciamo da tempo i meccanismi che regolano la capacità del cervello di adattare la propria risposta a stimoli esterni, che sono alla base, per esempio, dei processi di apprendimento e memorizzazione>, spiega la Professoressa Monica Di Luca, Ordinario Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Università degli Studi di Milano. <Recentemente, a questa conoscenza, si sono aggiunti altri elementi che dimostrano come lo stress, le risposte emotive e molte patologie possono modificare radicalmente queste capacità plastiche del nostro cervello, mettendo in luce nuovi aspetti per possibili approcci terapeutici multidisciplinari>. In Italia, ogni anno, 1 persona su 4 soffre di un disturbo mentale. Esiste, tuttavia, un grande sommerso, difficilmente quantificabile, generato anche dallo stigma e dal timore di chiedere aiuto. Nel 2020, in Italia sono state assistite quasi 730mila persone con problematiche psichiatriche e i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta con i Dipartimenti di Salute Mentale sono stati oltre 253.000. Malgrado l’impatto sulla popolazione sia piuttosto elevato, chi convive con queste patologie, insieme ai propri cari, viene spesso isolato ed escluso, per colpa del pregiudizio. Questa condizione di isolamento ha un impatto importante sulla qualità di vita, pregiudicandone non solo il presente ma anche le prospettive sociali future, oltre a essere un ostacolo all’accesso alle giuste cure.

Paola Trombetta

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