«E’ il riconoscimento più bello che un medico possa ricevere! Perché viene direttamente dal cuore delle donne». Sono infatti le pazienti, in cura presso le principali Breast Unit d’Italia, ad aver deciso a chi assegnare l’ambito premio “Laudato Medico” in ricordo di Umberto Veronesi. I principali parametri di valutazione sono stati la comprensione, la gentilezza, l’ascolto, l’accompagnamento, l’empatia con la paziente. Quando il medico è capace di ascoltare, di farsi capire, di comprendere e avvicinarsi ai bisogni del malato, il paziente segue più volentieri le terapie, la sua qualità di vita migliora e anche la sopravvivenza aumenta. Secondo il grande oncologo milanese, Umberto Veronesi, i pilastri della buona relazione di cura sono: accoglienza, chiarezza ed empatia. Sono queste le prerogative che Europa Donna Italia vuole promuovere tra i medici con il “Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico”, istituito nel 2017 e giunto alla quarta edizione, con il supporto di Fondazione MSD e Celgene, ora parte di Bristol Myers Squibb. Quest’anno sono state 5.013 le segnalazioni delle pazienti, il 4% in più rispetto allo scorso anno, a conferma di quanto l’iniziativa riscuota consenso.
«La novità dell’edizione di quest’anno è che per la prima volta i coordinatori di 83 Breast Unit (su 189 totali, quindi il 44% di tutte le Breast Unit italiane) hanno aderito alla diffusione dell’iniziativa presso le pazienti della propria struttura», dichiara Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia. «Abbiamo infatti deciso di coinvolgerli proprio per sottolineare che l’umanizzazione della cura e quindi l’attenzione alla relazione medico-paziente di qualità, deve essere parte integrante del percorso di diagnosi, cura e assistenza che caratterizza un Centro di Senologia Multidisciplinare e la figura del “Laudato Medico” va considerata appunto nel contesto dei criteri di qualità che contraddistinguono una Breast Unit. Con la collaborazione di ogni Centro di Senologia, abbiamo buone speranze che questa cultura della relazione diventi uno dei tratti distintivi della pratica medica, come lo era nella visione del Professor Veronesi».
Di seguito i quattro specialisti che per ciascuna delle diverse categorie (radiologia, chirurgia, oncologia, radioterapia) hanno ricevuto il maggior numero di segnalazioni.
– Radiologia: Dottor Daniele La Forgia, IRCCS Istituto Tumore “Giovanni Paolo II”, Bari.
– Chirurgia: Dottoressa Valentina Territo, Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela (ASP Caltanissetta).
– Oncologia: Dottoressa Stefania Guarino, ASUR Marche Area Vasta 1 Presidio Ospedaliero di Urbino.
– Radioterapia: Dottoressa Alessandra Huscher, Fondazione Poliambulanza Brescia.
Quest’anno per la prima volta, causa emergenza coronavirus, la cerimonia di assegnazione del Riconoscimento al Laudato Medico si è svolta in diretta streaming, con un incontro introdotto da un video-saluto dell’attore Luca Argentero, protagonista della serie TV di Rai1 “Doc, nelle tue mani”, che riprende la storia di Pierdante Piccioni, un medico che ha sempre creduto nell’importanza della relazione con i propri pazienti. Supportare psicologicamente e socialmente i pazienti ha come conseguenza una serie di effetti benefici, ma attuare nella pratica clinica gli insegnamenti che ha lasciato in eredità il Professor Umberto Veronesi alle nuove generazioni di medici non è sempre facile, da un lato per carenza di tempo, dall’altro per via della tecnologia che mette il medico sempre più spesso in seconda linea.
«La partecipazione emotiva del medico alle vicissitudini di chi si ammala di un tumore è essenziale perché migliora il percorso di cura e l’aderenza al programma terapeutico che deve essere capito e condiviso dai pazienti», afferma Paolo Veronesi, Presidente Fondazione Umberto Veronesi. «Tutto questo porta a migliori risultati: i pazienti si curano meglio, si evitano potenziali rifiuti non giustificati alle terapie e si supera con maggior serenità anche la fase del follow-up, perché una paziente serena, che non vive con il terrore della ricaduta, viene seguita meglio e torna alla vita di tutti i giorni con una certa tranquillità. Purtroppo, non tutti i medici sono in grado di interagire in maniera empatica, vuoi per attitudine personale o per mancanza di tempo, vuoi anche per un atteggiamento troppo difensivo. Questo Riconoscimento è pregevole perché premia gli aspetti empatici dei medici nei confronti delle pazienti, a prescindere dalla bravura e dalle competenze».
Paola Trombetta