Non è mai troppo tardi per cominciare a praticare con regolarità esercizio fisico: ne guadagna la quantità e la qualità della vita, più lunga e in salute. Lo attesta un ampio studio americano, del National Cancer Institute di Bethesda, che ha considerato l’(in)attività di oltre 315 mila adulti, di età compresa tra 50 e 71 anni, in un lungo arco di tempo, dall’adolescenza a dieci anni prima dell’inizio dell’indagine. È emerso che iniziare ad allenarsi, almeno 150 minuti di attività aerobica a intensità moderata o 75 minuti di esercizio fisico vigoroso, ogni settimana, secondo le linee guida nazionali, anche intorno ai 50 anni può ridurre il rischio di mortalità per qualsiasi causa del 36%. Un beneficio pari a quello di sportivi più assidui fin dalla gioventù. I ricercatori esprimono soddisfazione per la “certificazione tardiva” di efficacia dell’attività fisica: «Vi è la conferma – ha dichiarato Pedro Saint-Maurice, primo autore dello studio – del ruolo preventivo e salutare già noto svolto dall’esercizio fisico, quando praticato nella prima parte dell’età adulta e dell’importanza di essere costantemente attivi anche negli anni “ever green”, senza ridurre l’intensità. La novità invece sta nel fatto che, anche se si inizia a fare sport tra i 40 e i 60 anni, è comunque possibile trarne beneficio».
Lo studio attesta che complessivamente circa il 56% dei partecipanti si era dedicato a un allenamento regolare tutta la vita, contro il 31% molto attivo per un periodo limitato, rallentando la pratica nel tempo e circa il 13% inattivo in gioventù e propenso al movimento dalla tarda età. Gli esiti sono stati comunque buoni: rispetto alle persone da sempre pantofolaie, i partecipanti regolarmente attivi mostravano il 42% in meno di probabilità di morire per una cardiopatia e il 14% per tumore, con dati assolutamente sovrapponibili – se non addirittura lievemente superiori – in coloro che cominciavano a muoversi da adulti. Questi, dopo un periodo di prolungata/totale sedentarietà alle spalle, registravano infatti un tasso ridotto del 43% di mortalità per un evento cardiovascolare e del 16% per tumore. «In conclusione – dichiarano i ricercatori – quando i perenni pantofolai si sono messi all’opera nella mezza età, hanno abbassato il rischio di mortalità per tutte le cause del 35%, rispetto all’eventualità di totale inattività».
Francesca Morelli