Nuove conferme sui salutari benefici “al femminile”, associati al consumo di crucifere – broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles – arriverebbero da uno studio australiano pubblicato sulla rivista Journal of the American Heart Association. Questi vegetali, oltre a proteggere dalla possibile insorgenza dei tumori, sembrerebbero in grado, in donne over 70, di allontanare o rallentare il rischio di aterosclerosi delle carotidi, dunque di ictus, infarto e altre problematiche cardiovascolari. A parlare sono i numeri dello studio: i ricercatori hanno infatti coinvolto oltre 950 donne senior, monitorandole con questionari ad hoc, riguardanti prevalentemente l’assunzione di vegetali: di crucifere, appunto, ma anche di agliacee quali aglio, cipolle, porri, scalogno, di vegetali a foglia verde o gialli/arancio/rossi e legumi. Le quantità consumate sono state poi classificate nelle seguenti categorie: da “non mangio mai vegetali”, a “li mangio tre o più volte al giorno”. Nel contempo, le partecipanti allo studio sono state sottoposte a ecodoppler delle carotidi, utile a valutarne lo spessore delle pareti e a evidenziare la presenza di eventuali placche. Il controllo incrociato fra quantità di vegetali assunti, in particolare crucifere, e l’esame delle carotidi ha permesso ai ricercatori di scoprire che un alto consumo di questi alimenti si associava a una riduzione dello spessore medio delle pareti di 0.05 mm. Un valore infinitesimale, direste voi. Affatto: perché una riduzione di soli 0.1 mm si associa, secondo dati scientifici, a una decrescita del rischio di infarto e ictus fra il 10 e il 18%. Insomma, un consumo quotidiano di 10 grammi di crucifere sembrerebbe associarsi mediamente a un assottigliamento delle pareti dello 0.8%: un dato non osservabile con il consumo di altri tipi di vegetali. Questi risultati devono essere considerati una premessa, non un’indicazione certa. In attesa di ulteriori conferme riguardo alle potenzialità protettive delle crucifere verso le problematiche cardiovascolari, i ricercatori ritengono opportuno che il loro benefico consumo sia introdotto nelle linee guida dietetiche internazionali.
Francesca Morelli