Cinque regole per mettersi in auto-quarantena

Ai primi sintomi sospetti – febbre, difficoltà respiratorie, tosse, mal di gola, naso che cola, malessere generale e, come indicazione dell’ultima ora anche diarrea – o nella consapevolezza di essere entrati in contatto con la “zona rossa” o con possibili persone infette, è un atto di responsabilità verso se stessi e la collettività auto-isolarsi, sia che si tratta di adulti, anziani o bambini. Ancora prima di avere avuto conferma di contagio da Coronavirus-COVID 19 per evitarne la diffusione. «Per mettersi in auto-quarantena spiega Susanna Esposito, Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) e Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parmanon basta rinchiudersi nella propria abitazione, ma occorre seguire anche alcune precise indicazioni: cinque semplici accorgimenti che possono fare la differenza nella corretta gestione di questa fase “acuta” della diffusione e del contagio del virus, a tutela della propria e altrui salute, soprattutto dei soggetti più a rischio quali gli anziani e le persone fragili con condizioni generali già compromesse da altre problematiche». WAidid, dunque, raccomanda se si entra in quarantena volontaria di: 

  1. Essere ligi all’isolamento domiciliare. Sia nel caso in cui si sia ricevuta indicazione di restare in isolamento, sia che la persona se lo sia autoimposto, è imperativo evitare qualunque contatto con l’esterno: non andare al lavoro o a scuola, non frequentare luoghi pubblici, ritrovi e aree a alta densità di popolazione, non ricevere alcun ospite in visita al proprio domicilio, tanto più se proveniente dalle zone rosse o con sospetto di contagio.
  2. Essere “correttamente” tempestivi. Alla comparsa dei sintomi, soprattutto febbre e tosse, è fondamentale non recarsi subito presso ambulatori medici o un ospedale, bensì effettuare il triage telefonico per una prima identificazione e scrematura del possibile contagio. È corretto chiamare i numeri verdi Regionali, il 118 o il 112 per le Regioni che hanno un numero unico per l’emergenza. Sarà il medico a decidere la necessità di inviare al domicilio dell’assistito personale sanitario, adeguatamente protetto da tuta, mascherina e guanti per l’esecuzione del tampone e di una visita.
  3. Istituire una “zona rossa” anche in casa. Nel caso in cui si conviva con altre persone, soprattutto se si è “conclamati infetti” o a rischio per avere avvicinato persone in quarantena, è bene non avere contatto con i familiari, restando cioè chiusi nella propria camera da letto, che deve essere ben ventilata. È raccomandato non condividere oggetti personali, come gli asciugami ad esempio, e usare il bagno per ultimi, dopo tutti gli altri membri della famiglia.
  4. Usa e getta. Ogni cosa, ma in particolar modo i fazzoletti, devono essere monouso. Dopo uno starnuto, una soffiata di naso o un colpo di tosse è strettamente raccomandato gettarli nell’immondizia chiudendo accuratamente il sacchetto o coprendo il cestino/spazzatura. Subito dopo, lavare accuratamente le mani per almeno 40 secondi.
  5. Spesa “virtuale”. Niente frequentazione di supermercati o negozi. Anche la spesa di prima necessità va fatta on-line o tramite terzi, un parente, un conoscente o un amico. Gli acquisti e i sacchetti vanno lasciati a distanza, davanti alla porta, senza alcuna occasione di contatto diretto con la persona in (auto)quarantena.

Francesca Morelli

 

 

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