COME GESTIRE IL DOLORE DEI BAMBINI AL PRONTO SOCCORSO

Con dolore e angoscia i bambini, molto più degli adulti, vivono il ricovero al Pronto Soccorso e l’attesa della visita medica, che dura in media 50 minuti, se il disturbo non è grave. Il Gruppo PIPER (Pain In Pediatric Emergency Room), che da 5 anni con il supporto incondizionato di Angelini, raccoglie l’esperienza dei Pronto Soccorso pediatrici nella cura del dolore dei bambini, ha pubblicato su “Fighting Pain” le prime raccomandazioni, incentrate sul dolore al triage e da procedura (venipuntura, rachicentesi, sutura). Frutto del confronto di importanti strutture di emergenza pediatrica italiane, tali raccomandazioni sono oggi a disposizione di ogni Pronto Soccorso, per migliorare concretamente la gestione del problema. Al Gruppo PIPER, che inizialmente comprendeva 19 Pronto Soccorsi pediatrici italiani, si sono aggiunti da poco 10 nuovi centri, 5 pediatrici e 5 generali: su 5 milioni di accessi al Pronto Soccorso da parte di bambini, solo 500 mila avvengono in strutture prettamente pediatriche.

<Quando siamo partiti 5 anni fa, abbiamo scelto di lavorare sul Pronto Soccorso, perché è il luogo in cui il dolore pediatrico è più frequente, ma allo stesso tempo meno trattato>, afferma Franca Benini, responsabile del Centro Regionale veneto di Terapia antalgica e Cure palliative pediatriche, Dipartimento di Pediatria dell’università di Padova, e coordinatrice del gruppo PIPER. <Il dolore, infatti, è il sintomo più comune, presente nel  60% degli accessi pediatrici in Pronto Soccorso. Per far fronte a questa situazione, il Gruppo PIPER opera su due fronti: da un lato con attività di divulgazione rivolta alla popolazione, scarsamente informata sul diritto dei bambini a non soffrire; dall’altro fornendo agli operatori sanitari indicazioni concrete per gestire ogni tipologia di dolore all’interno dei Pronto Soccorso>.

<È essenziale valutare il dolore pediatrico già in fase di triage, utilizzando scale algometriche, anche perché la sua entità può far cambiare il codice di accesso al Pronto Soccorso e rendere prioritaria la visita medica>, sottolinea Andrea Messeri, responsabile Servizio Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Ospedale Meyer di Firenze, fra gli autori delle raccomandazioni. <Alla valutazione dell’intensità del dolore deve poi seguire un adeguato trattamento, farmacologico e non. Gli infermieri che accolgono il bambino sono in grado di somministrare, in sicurezza e secondo precisi protocolli, i farmaci analgesici efficaci nel controllo del dolore pediatrico, in primis il paracetamolo. Eppure, oggi il 96% dei bambini che accedono al Pronto Soccorso non riceve alcuna terapia antalgica in triage. Alleviare il dolore già in questa fase permetterebbe di spezzare quel circolo vizioso per cui la sofferenza non trattata alimenta stress e ansia, che a loro volta accrescono il malessere del bambino. Un adeguato controllo antalgico, in attesa della visita medica in Pronto Soccorso, renderebbe più semplice anche l’esecuzione della visita stessa e delle successive procedure cui sarà sottoposto il piccolo paziente”.

Ed è proprio su specifici interventi procedurali che si concentrano le altre raccomandazioni appena pubblicate dal Gruppo PIPER: venipuntura, rachicentesi, sutura delle ferite. A tale proposito vengono fornite indicazioni per un’anestesia topica o locale (creme e gel da preferire all’infiltrazione intradermica, già di per sé traumatizzante) e per la somministrazione di farmaci analgesici e sedativi quando necessari. Fra questi, è importante non sottostimare l’efficacia delle tecniche analgesiche non farmacologiche, che comprendono il mantenimento del bambino in un ambiente tranquillo e confortevole, a contatto con i genitori, oltre a momenti di distrazione e rilassamento, incluso l’uso di metodi semplici come le bolle di sapone.  (P.T.)

Link alle raccomandazioni consultabili on-line, previa registrazione gratuita al sito:
http://www.aboutpharma.com/in-edicola/riviste/fighting-pain/fighting-pain-combattere-il-dolore-special-issue/