Dopo verità e smentite, corse sul web riguardo la vitamina D, quale possibile supporto immunitario contro il Coronavius e i dati dei consumi crollati del 30% negli ultimi sei mesi, arriva a fare chiarezza il documento “La vitamina D: un ormone essenziale per la salute scheletrica, 2020 update”, redatto da GIOSEG (Gruppo di Studio sull’Osteoporosi da Glucocorticoidi e sull’Endocrinologia scheletrica). Il rapporto intende “guidare” in modo particolare alla prevenzione e gestione dell’ipovitaminosi D, rischiosa per la salute, dovuta prevalentemente a due fattori. «La carenza di Vitamina D nella popolazione – spiega il Professor Andrea Giustina, Presidente del GIOSEG e Primario dell’Unità di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – si associa soprattutto a uno stile di vita sedentario, peggiorato durante la quarantena per il Covid-19, e all’alimentazione che per quanto attenta, riesce a soddisfare solo il 20% del fabbisogno di Vitamina D». Vitamina che invece rappresenta una difesa per i senior (carenti di natura) contro il rischio di fragilità scheletrica e, in generale, un aiuto ai pazienti in trattamento per osteoporosi, potenziando l’azione anti-fratturativa dei farmaci, fino a ridurre la mortalità, come attesta uno studio italiano condotto su circa 3.500 pazienti in terapia. Tanto che la carenza di vitamina D non solo rappresenterebbe la prima causa del fallimento terapeutico dei farmaci specifici per osteoporosi, ma richiederebbe anche un’adeguata supplementazione laddove necessaria.
Altri studi recenti avrebbero dimostrato il ruolo dell’integrazione di vitamina D nel contrastare il rischio di diverse patologie extra-scheletriche, tra cui problematiche autoimmunitarie e endocrino-metaboliche, come diabete di tipo I, infezioni respiratorie, compreso il Coronavirus, gravidanza, in cui il metabolismo della vitamina D si modifica per far fronte all’aumentato fabbisogno di calcio per la mineralizzazione dello scheletro fetale. «Il Colecalciferolo – continua il professore – è la terapia di prima scelta nella prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D, come anche nella prevenzione primaria e secondaria delle fratture da fragilità in pazienti in trattamento per osteoporosi». Infine, un’ultima considerazione va riservata ai dosaggi variabili a seconda della fascia di età. «Per ottenere adeguati livelli di vitamina D nei bambini e adolescenti – conclude Giustina – è raccomandato un supplemento giornaliero di 600UI (400UI nel primo anno di vita), mentre negli anziani, in cui è elevata la prevalenza di ipovitaminosi D, l’introito giornaliero deve essere almeno di 800UI associato, come nei bambini, ad una adeguata assunzione di calcio». Tutti motivi più che validi per fare il pieno di vitamina D in estate.
Francesca Morelli