Covid, la raccomandazione degli esperti: tutti i bambini devono essere vaccinati

Mentre il direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Nicola Magrini parla di “alcune settimane” per l’ok dell’EMA (l’Agenzia Europea del Farmaco) al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP), non ha dubbi: immunizzare anche i bambini è importante tanto quanto i più grandi. Ad essa si affianca anche l’appello della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) in funzione dell’incidenza crescente di Covid in tutte le fasce di età, con valori più elevati fra 0-19 anni, soprattutto tra i non vaccinati, e valori bassi di adesione e/o completamento dell’immunizzazione. Ad oggi un ragazzo su quattro sopra i 12 anni ha ricevuto una sola dose di vaccino.

«I bambini devono essere vaccinati -sottolinea Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – altrimenti non ne usciamo; il 20% dei contagiati è al di sotto degli 11 anni. A chi dice di non vaccinare i bambini sani, replichiamo che va fatto a tutti, sani o con patologie pregresse, perché non sempre Covid, nei bambini, si manifesta come una banale influenza. Anche i più piccoli vengono ricoverati e alcuni finiscono in terapia intensiva. Vaccinarli significa proteggere loro, ma anche mettere in sicurezza i loro coetanei con patologie e i nuclei familiari». Inoltre vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni significherebbe ridurre il rischio di infettarsi per Covid a circa 3.700.000 di minori; da inizio pandemia ad oggi, sono stati 783.996 i casi tra 0 e 19 anni, di cui circa 190mila tra i 5 e gli 11 anni. Se questa fascia di età fosse stata già vaccinata, ipotizzando un’efficacia del vaccino all’80%, circa 140mila bambini non avrebbero contratto il virus. «Un bambino non vaccinato – aggiunge Luciano Pinto, pediatra SIPPS – non solo corre il rischio di ammalarsi, ma anche di rimanere fuori dalla vita sociale, dalla normalità che speriamo si possa presto ritornare. Inoltre, in molte famiglie i non vaccinati non sono ben accetti e questo potrebbe nel prossimo futuro coinvolgere anche i bambini».

Sensibile, dunque, anche l’impatto sulla vita di sociale e di relazione: «Il vaccino evita ai piccoli – prosegue Roberto Liguori, pediatra SIPPS- quarantena, ritiro sociale, assenza da scuola, lontananza dalla vita sociale e familiare». «Le famiglie hanno bisogno di normalità – conclude Pinto – e il vaccino è lo strumento per poterla riacquistare. Il ruolo del pediatra, anche questa volta, si rivela essenziale nel dialogare con la famiglia».

Francesca Morelli

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