Una dieta più sana, bilanciata, mediterranea, anche se seguita in età avanzata, è benefica. Aiuta infatti a contrastare i sintomi della vecchiaia che, se mal vissuta e inattiva, conduce a disabilità, maggior rischio per declino cognitivo, sarcopenia (perdita del tono muscolare), malattie croniche tra cui diabete, arteriosclerosi, patologie cardiovascolari, tumori. E si rivela utile, soprattutto in questi tempi di coronavirus in cui movimento e uscite all’aperto sono scarse, per controllare il peso, perché a più basso contenuto calorico.
Tutti sintomi e condizioni che possono essere controllati in parte anche dall’alimentazione che, agendo sui batteri della flora intestinale, aumenterebbe la proliferazione di quelli “buoni” riducendo quelli “cattivi”, responsabili dello sviluppo di stati infiammatori alla base di molte patologie dell’età e non solo. Lo dimostra uno studio realizzato dall’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, dalla Cork University di Londra, dall’Université Clermont Auvergne di Clermont-Ferrand in Francia e diversi altri enti, pubblicato sulla rivista “Gut”. I ricercatori hanno arruolato oltre 600 persone tra 65 e 79 anni, di cui 23 in condizioni di fragilità conclamata, 151 prossimi a esserlo e 433 in buona forma fisica, di cinque differenti Paesi: Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito. L’intento dello studio era valutare e monitorare l’impatto delle abitudini alimentari sulla salute. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo cui è stato proposto per 12 mesi un regime alimentare mediterraneo a base di cereali, frutta, verdura, legumi, pesce, olio d’oliva, legumi, poca carne rossa e pochi grassi saturi in quantità indicate per i senior; l’altro che ha invece proseguito con le proprie abitudini alimentari.
Senza che fossero disattese le aspettative, i ricercatori hanno osservato la benefica variazione nella composizione del microbioma (flora) intestinale nel gruppo di volontari che ha assunto con costanza una dieta mediterranea: merito anche degli “ingredienti” dei cibi green, ricchi di vitamine quali C, B6 e B9, sali minerali come potassio, magnesio e calcio e diversi altri principi nutritivi. L’influenza della dieta, oltre che sulla flora batterica, è stata positiva anche per la salute generale, con la riduzione dello stato di fragilità e il miglioramento della condizione fisica tradotta in un passo più veloce, maggiore forza e, a livello mentale, migliore memoria, capacità di concentrazione, rallentamento del declino fisico e cognitivo tipico dell’età. Come si spiega il fenomeno? Nella migliore composizione della flora intestinale, più ricca di batteri buoni che producono acidi grassi a catena corta, benefici per la salute e più povera di batteri coinvolti invece nella produzione di acidi biliari che aumentano il rischio di cancro, soprattutto intestinale, insulino-resistenza, fegato grasso e danno cellulare.
Francesca Morelli