Le donne hanno superato gli uomini come utenti dell’informazione sanitaria sul web. Tanto che il 69% è convinta di essere ben informata sulla salute grazie ai siti internet. Lo rivelano i dati presentati in occasione del Corso “Il giornalismo ai temi della disintermediazione”, che si è tenuto di recente all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma, promosso in collaborazione con la Federazione Nazionale Stampa Italiana e l’Associazione WHIN (Web Health Information Network). «L’88% degli italiani cerca risposte su questioni di salute sul web, in particolare su patologie, nuove terapie e vaccinazioni», conferma Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis. «Uno dei principali motivi di questa continua ricerca on-line è la difficoltà di ricevere informazioni adeguate dai medici e dagli ospedali (63%). Si assiste però al crescente fenomeno della disintermediazione digitale. La continua connessione, resa possibile dagi smartphone, ha dato luogo a un crescente potenziamento dell’uso dei media digitali che supera però le loro funzioni di comunicazione. La conseguenza è l’aumentata richiesta di informazioni on-line che prevarica quella degli addetti ai lavori, medici e specialisti. Con il rischio del moltiplicarsi di autodiagnosi e cure fai da te, che dovrebbero essere invece assolutamente evitate».
«Per non parlare della disinformazione dilagante e del moltiplicarsi di fonti per nulla attendibili sul web, che non hanno controlli e garanzie di scientificità>, aggiunge Diomira Cennamo dell’ISS, autrice con Carlo Fornaro del libro “Professione Brand Reporter” (Hoepli Editore). <Per questo viene ribadita la necessità della verifica di fonti attendibili e certificate, che garantiscano l’utente, soprattutto in un settore così delicato come quello relativo alla salute». P.T.