Basterebbe un consumo quotidiano di circa 25 grammi di fibre, soprattutto se derivanti dalla frutta, per contrastare l’insorgenza della diverticolite nella popolazione femminile. Sono i risultati di un ampio studio condotto dall’Harvard Medical School e del Massachusetts General Hospital di Boston, negli Stati Uniti, su oltre 50 mila donne di età compresa tra 40 e 70 anni, “sane” senza cioè problemi di diverticolite, cancro o malattia infiammatoria intestinale, monitorate per 24 anni. Alla fine dello studio è emerso che coloro che assumevano attraverso la dieta un maggiore quantitativo di fibre da frutta e cereali avevano un rischio di sviluppare diverticoli, cioè estroflessioni della mucosa intestinale, ridotto del 14%. In particolare i ricercatori nel corso dei 24 anni hanno osservato l’insorgenza della problematica in più di 4.300 donne, ma con una diversa variabilità: maggiore in donne che consumavano circa 13 grammi al giorno, rispetto a coloro che raggiungevano mediamente i 27 grammi, risultando più protette nei confronti della passibile comparsa di diverticolite. Ma a fare la differenza è stata anche la “sostanza”: circa 1,7 grammi al giorno di fibre da frutta, infatti, avrebbero limitato maggiormente le probabilità di sviluppare diverticoli rispetto all’introito minimo quotidiano, pari a circa 1,4 grammi al giorno. Infine le donne che ogni giorno assumevano circa 9,8 grammi di fibre da cereali, quindi la quantità massima, manifestavano il 10% in meno di rischio di diverticolite. I ricercatori hanno anche rilevato che, nel complesso, le donne raggiungevano un apporto di fibre di circa 18 grammi al giorno, sensibilmente inferiore ai 25 grammi raccomandati. Soglia, quest’ultima, che garantiva alle consumatrici più virtuose, una probabilità di comparsa di diverticoli del 13% inferiore rispetto ai soli 18 grammi quotidiani consumati.
Come si spiega questo fenomeno? I ricercatori, guidati da Andrew Chan, chiariscono che le fibre, grazie anche all’azione dei batteri naturalmente presenti nell’intestino, vengono trasformate dall’organismo in specifiche proteine, potenzialmente in grado di ridurre a loro volta l’infiammazione che può predisporre alla diverticolite. Le fibre possono altresì influenzare la motilità del colon, che ha un ruolo ‘decisivo’ sul rischio di sviluppo della problematica. Insomma se volete evitare questo evento intestinale, la soluzione è “buona” e costa poco!
Francesca Morelli