I genitori della “new generation” amano giocare con i propri figli, soprattutto nel week- end, quando il tempo libero è maggiore o in qualsiasi altro momento il lavoro lo conceda. Lo fanno due papà su tre, più nel Nord-Est e Centro (41%) rispetto al Sud e alle Isole (26%), mentre le mamme riescono a offrire tempo di qualità ai loro piccoli anche nei giorni feriali. Lo attesta un’indagine della Società Italiana Medici Pediatri presentata al recente Capri Campus Pediatrico 2017, organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Paidòss). «Stiamo costatando con molta soddisfazione – ha commentato Giuseppe Mele, presidente Paidòss – che nonostante la classica famiglia patriarcale, con il papà che lavora e la mamma casalinga, stia sempre più scomparendo, a tal punto che oltre il 40% dei bambini cresce in famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, le mamme e i papà di oggi hanno compreso l’importanza del tempo condiviso con i bambini, che avvantaggia sia il rapporto genitori–figli, sia il benessere psicofisico dei piccoli per i quali il gioco rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo cognitivo e per la salute generale. Infatti grandi e piccoli che fanno movimento insieme all’aperto, favorisce la crescita sana e armonica dei bimbi». E se poi mamma e papà fossero over-booked da impegni di lavoro, l’educazione resta comunque in famiglia: infatti entrano in campo i moderni “nonni-sitter”, dinamici, sempre più in salute e che supportano talvolta anche i genitori con la loro pensione. «Oltre il 70% dei bambini fino a dieci anni – conclude Mele – è affidato abitualmente a loro, mentre solo il 5% sceglie babysitter e tate. Oggi rivolgersi a personale retribuito specializzato, a nidi d’infanzia tanto più se privati, pesa troppo sulle famiglie che “fanno quadrato” chiedendo supporto a risorse umane interne: i nonni». Che sono diventati l’ancora di salvezza delle giovani famiglie italiane. F.M.
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