La sessualità e la salute intima restano un tabù fra ragazzi e adolescenti. Un tema da tenere “nascosto” in famiglia, ma anche con il medico. E tanto meno si pensa di rivolgersi a centri specializzati come i consultori, di cui spesso non si conosce neppure l’esistenza. A scuola poi, neanche a parlarne: la sessualità è assente dai programmi didattici, dove in realtà potrebbe essere intrapreso un percorso educazionale. Così nove ragazzi su 10 si informano di sesso, sessualità e problemi di salute intima e riproduttiva sul web, con tutti i rischi e pericoli che questo può comportare. Sono questi i dati su cui riflettere: si possono ricavare da quattro indagini condotte tra adolescenti, più di 16mila studenti di 16-17 anni di 482 scuole, quasi 14mila universitari tra 18 e 49 anni e professionisti come medici di medicina generale, ginecologi, andrologi, endocrinologi, urologi, ostetriche. L’indagine è stata sviluppata nell’ambito del Progetto “Studio Nazionale Fertilità”, promosso dal Ministero, dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, l’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova e l’Università degli Studi di Bologna. Una lacuna, quella della cattiva informazione sessuale, che potrebbe essere in parte sanata affidando alla scuola il ruolo di “tutor”, dove parlare di sessualità e procreazione con correttezza e competenza. Un argomento di cui si avverte la priorità perché i giovani sembrano avere ancora molte bende sugli occhi riguardo, ad esempio alla conoscenza e al rischio di esposizione a malattie a trasmissione sessuale come sifilide, gonorrea, clamidia. Così pure sui molteplici fattori che possono compromettere la salute riproduttiva, compreso l’orologio biologico che ha una vitalità più breve rispetto alla loro idea.
I figli restano una “preoccupazione” per i giovani: l’80% dei ragazzi li immagina nel proprio futuro; poi, avviandosi all’età adulta, l’opinione cambia e 4 su 10 abbandonano l’idea di famiglia per problemi di ordine economico e/o lavorativo, mancanza di un supporto e/o un aiuto familiare, influenza sulla sfera personale e della vita di coppia esercitata da altri fattori. Non è dunque solo l’età a determinare il “gap” sulla salute sessuale e riproduttiva: mancano fonti di informazioni certe. Fra i giovani spadroneggia internet, che viene consultato dall’89% di maschi e dall’84% di ragazze, contro il 40% che si rivolge agli amici e poco più di un ragazzo su cinque alla famiglia. I consultori sono un fanalino di coda: vi ricorre il 3% dei maschi e 7% di ragazze, ma sono sconosciuti dal 29% dei giovani e ignorati dal 16% delle ragazze. Anche il contatto con i medici specialisti è limitato, in particolare tra i maschi: appena il 12% si è rivolto a un andrologo (contro il 34% delle ragazze al ginecologo). Ma il sesso lo si continua a fare: circa un ragazzo su tre ha avuto rapporti sessuali completi, non sempre protetti da preservativo e pillola, che restano i contraccettivi più conosciuti, tuttavia non usati dal 10% dei giovani. Mentre crescono anche il coito interrotto (usato nel 25% dei casi) e il calcolo dei giorni fertili (11%). E gli universitari? Ne sanno un po’ di più, anche sui fattori che possono influenzare la salute sessuale, come fumo e alcool: il 95% fa uso di metodi contraccettivi nei rapporti abituali, mentre non hanno ancora chiara l’età della fertilità, un tema oscuro anche per i più adulti. Dunque è solo colpa di internet? Nì, perché l’indagine rivelerebbe che i professionisti non sono sempre in grado di ben comunicare o, sebbene generalmente informati sui temi della salute sessuale e riproduttiva, hanno qualche défaillance sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Fra i dubbi ancora esistenti in tema di sessualità e riproduzione, occorre fare più informazione, soprattutto in merito ad alcune tematiche: i rischi delle patologie sessualmente trasmissibili, il periodo dell’età fertile e l’uso delle tecniche procreative. Insomma ancora una volta la corretta informazione è preventiva e terapeutica per una buona salute sessuale.
Francesca Morelli