Il batterio Akkermansia per la salute gastrointestinale

E’ un batterio presente naturalmente nell’intestino umano ed è anche disponibile sotto forma di postbiotico: Akkermansia muciniphila è in grado di agire sull’integrità della barriera gastrointestinale, apportando benefici nella gestione dei disturbi intestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile. A poco più di un anno dal lancio di questo prodotto, quasi 100 mila persone in Italia hanno avuto modo di sperimentare i vantaggi di questo postbiotico, come la riduzione della tensione addominale e delle alterazioni del transito, con un miglioramento complessivo del benessere intestinale. Risultati che hanno posto Akkermansia al centro delle ricerche nel campo della salute intestinale, con 830 pubblicazioni scientifiche nell’ultimo anno. L’equilibrio del microbiota intestinale è fondamentale per la salute: in questo contesto la barriera intestinale ha un ruolo chiave nella risposta infiammatoria. Akkermansia muciniphila è particolarmente rilevante, perché contribuisce a preservare la funzione barriera dell’intestino.

A ogni età, la composizione e l’abbondanza del microbiota intestinale possono essere alterate da molti fattori che ne destabilizzano l’equilibrio, determinando l’insorgenza di disbiosi e potenziali malesseri. I principali sono: dieta sbilanciata; stile di vita poco sano (sedentarietà, fumo, assunzione di alcolici); condizioni di sovrappeso/obesità; assunzione di antibiotici o altri farmaci che modificano l’ambiente intestinale; variazioni ormonali fisiologiche o patologiche (gravidanza, menopausa, disfunzioni endocrine). Viceversa, è stato osservato che numerose condizioni patologiche si associano a disbiosi intestinali, caratterizzate dall’insolita predominanza di alcune specie batteriche o dalla carenza di altre. Tra queste, la sindrome dell’intestino irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome); malattie infiammatorie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn; celiachia; tumore del colon-retto; diabete di tipo 2, sindrome metabolica e obesità; “fegato grasso”; encefalopatia epatica (come complicanza della cirrosi epatica); disturbi psichiatrici (stress, depressione, ansia ecc.). In considerazione dell’importanza dell’equilibrio del microbiota intestinale per la salute generale dell’organismo, nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti numerosi studi nel tentativo di individuare preparati in grado di supportare il ripristino di un ecosistema microbico “eubiotico”, ossia capace di garantirne il massimo stato di benessere. Questa attività di ricerca ha portato a individuare numerosi preparati probiotici, prebiotici, e, di recente, postbiotici, contenenti differenti tipologie di microrganismi, con azioni favorevoli per l’ospite, mediate dal microbiota intestinale.

<Si è visto in questo caso che la carenza di Akkermansia è stata associata a una serie di disturbi gastrointestinali ed extraintestinali, tra cui obesità, diabete tipo 2 e condizioni infiammatorie intestinali (IBS)>, spiega Antonio Gasbarrini, professore ordinario di medicina interna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore dell’Unità di Medicina Interna e Gastroenterologia e del Centro Malattie dell’Apparato Digerente della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma. <Inoltre agisce positivamente sul controllo del metabolismo attraverso la modulazione della glicemia, riducendo i picchi glicemici. Questi effetti sono attribuiti alla capacità del batterio di modulare i livelli di glucagon-like peptide-1 (GLP-1), ridurre l’assorbimento dei carboidrati e migliorare la salute generale del metabolismo. L’applicazione clinica di Akkermansia muciniphila è stata studiata anche in soggetti con sindrome metabolica, dove si è osservato un miglioramento significativo della resistenza all’insulina e dei livelli di colesterolo plasmatico dopo un trattamento di tre mesi: questo suggerisce che il batterio rappresenta un’opzione valida a supporto dei disturbi metabolici. Alcuni studi recenti attribuiscono a questo batterio anche la funzione di migliorare l’efficacia dei trattamenti chemioterapici. Rappresenta comunque un elemento cruciale nei casi di disbiosi, le alterazioni della permeabilità intestinale e le conseguenze sistemiche croniche: un’opportunità con un profilo di sicurezza e tollerabilità per rafforzare la salute dell’intestino e invertire situazioni di squilibrio che porterebbero verso patologie croniche severe>.

Paola Trombetta

 

 

 

 

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