Comunicazione empatica, ascolto attivo e capacità di fornire informazioni chiare e rassicuranti: sono gli strumenti, o meglio le “soft skills”, che il medico deve adottare per intessere con il suo paziente un dialogo e una relazione fondata sulla condivisione, la fiducia, la partecipazione emotiva. A vantaggio anche di migliori esiti terapeutici. Si tratta cioè di una serie di abilità dell’intelligenza emotiva, della comunicazione efficace e del counselling che il medico, specificatamente il reumatologo, come qualsiasi altro professionista, può potenziare grazie a Reumacare, un corso di educazione continua che forma il medico a offrire una cura completa e centrata sul paziente per le donne con patologie reumatologiche.
«L’intelligenza emotiva – spiega Marcella Offeddu, Psicologa del lavoro, tra le relatrici del corso ECM – è la capacità di integrare pensieri e emozioni per raggiungere decisioni ottimali a beneficio del medico e del suo interlocutore. Essere consapevoli delle proprie emozioni e saperle gestire correttamente aiuta a sviluppare rapporti interpersonali migliori che agevolano il reciproco ascolto e la fiducia nell’altro».
Obiettivo del progetto-corso è, dunque, migliorare la qualità di vita delle pazienti con malattie reumatologiche, fornendo supporto nella comprensione e gestione delle proprie reazioni emotive, stabilendo una connessione empatica. «La gestione efficace delle malattie reumatologiche – aggiunge Roberto Caporali, Professore Ordinario di Reumatologia dell’Università di Milano e Direttore del Dipartimento di Reumatologia e Scienze Mediche dell’ASST Pini-CTO – richiede una prospettiva olistica che tenga in considerazioni tutti gli aspetti legati alla patologia, in particolare il dolore cronico che può diventare debilitante, soprattutto quando la diagnosi è tardiva e non c’è aderenza alla terapia e al paziente. Compito del reumatologo non è solo individuare il percorso terapeutico più idoneo, ma anche verificare che la terapia sia tollerata e rispettata. L’ascolto del paziente e l’empatia sono pertanto cruciali per comprendere e aiutare le persone affette da queste tipologie di malattie».
Le terapie e l’approccio al paziente richiedono una “personalizzazione”, dove l’intelligenza emotiva aggiunge enorme valore ad esempio nel percorso di cura delle donne in età fertile, che possono essere esposte a un maggiore rischio farmaco-correlato, durante il periodo di gravidanza o di allattamento. «Le donne sono fra le più colpite dalle malattie reumatologiche – conclude la Professoressa Angela Tincani, Senior Consultant Reumatologia e Immunologia Clinica, ASST-Spedali Civili e Università di Brescia – a causa di un setting ormonale e genetico che favorisce la risposta immunitaria. I professionisti devono quindi confrontarsi con i bisogni delle donne, rispettando l’eventuale desiderio di maternità, confrontandosi con loro sull’eventualità di dover posticipare la gravidanza a causa della terapia in atto o della malattia in fase di attività, che potrebbe interferire sulla salute della mamma e del bambino. È questo un periodo molto delicato per la vita di una donna che merita disponibilità, attenzione e sensibilità da parte del medico: un counseling aperto e consapevole che tiene conto del risvolto emotivo può essere determinante per accompagnare le pazienti in questo percorso». Il corso Reumacare è stato reso possibile dal contributo non condizionato si UBC Pharma.
Francesca Morelli