Sensazione di smarrimento, ansia, impotenza, paura di morire. Una condizione destabilizzante che disorienta, confonde, induce uno stato di panico. Così i pazienti descrivono l’esperienza dell’ipoglicemia, un rapido abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue, la più importante complicanza acuta del diabete di tipo 1 e 2. Se non gestita con rapidità l’ipoglicemia può portare alla perdita di coscienza e al coma. Molto dipende dall’informazione e dalla prontezza del paziente e di chi gli è vicino. Aiutare pazienti e caregiver a non “farsi sorprendere” dall’ipoglicemia e informarsi su come agire quando si presenta, sono gli obiettivi di “Ipoglicemia – Non farti sorprendere”, campagna d’informazione promossa da Diabete Italia Onlus e Portale Diabete con il patrocinio di AMD (Associazione Medici Diabetologi), SID (Società Italiana di Diabetologia) e SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), con il supporto di Lilly, presentata in occasione della Giornata mondiale del diabete (14 novembre).
Sono tre le azioni che la campagna intende promuovere: riconoscere per tempo i segnali dell’ipoglicemia, intervenire con la somministrazione di zucchero, anche sotto forma di zollette, miele o succo di frutta, nelle forme lievi, mentre per le forme severe è disponibile il glucagone, un ormone che è in grado far risalire la glicemia e può essere somministrato per via sottocutanea o intramuscolare e adesso, nella nuova formulazione spray, anche per via inalatoria.
La campagna invita tutti i cittadini a rispondere a una challenge virale diffusa attraverso i profili Facebook e Instagram: la #LightDownChallenge, una sfida basata sull’idea di “spegnere qualcosa”, in modo inaspettato, per riprodurre l’esperienza dell’ipoglicemia, simile a un’improvvisa interruzione dei collegamenti.
«Il diabete è una malattia che non permette cali di attenzione e se ti distrai puoi aprire la strada a complicanze come le crisi ipoglicemiche», afferma Stefano Nervo, Presidente Diabete Italia Onlus. «Se non si interviene contro l’ipoglicemia, nel breve-lungo periodo si possono manifestare delle complicanze cliniche che vanno a peggiorare lo stato di salute e la qualità di vita. Oggi però ci sono risorse che permettono di affrontarla al meglio e allentare questo senso di continua vigilanza: grazie a cure adeguate, sistemi di infusione, sensori allarmati si possono gestire bene la malattia e le ipoglicemie, con una vita del tutto comparabile a quella delle persone non diabetiche».
Paola Trombetta