Siamo un esempio da imitare nel consumo di frutta e verdura. Secondo un’indagine Eurostat, condotta a livello europeo, gli Italiani si piazzano al primo posto – con l’85% – per una tavola dal buon apporto “green”. Bene anche per la verdura, sebbene con percentuali lievemente inferiori: il consumo generale si aggirerebbe intorno all’80%, terzo posto rispetto ai valori europei, con il 23% di italiani che mediamente raggiungerebbero le due porzioni di verdura, messe nel piatto almeno due volte al giorno a confronto del 40% della popolazione che la servirebbe una sola volta nell’arco dei diversi pasti. Dati di consumo positivi confermati anche da un’analisi Coldiretti, presentata a Macfrut, il Fruit & Veg Professional Show di Rimini. I frutti più consumati sono soprattutto mele e arance, mentre gli ortaggi preferiti sono patate, pomodori e insalate. Novità: i consumatori “green” più virtuosi sembrano essere i giovani, sempre più attenti a una tavola salutista che prevede smoothies, frullati e centrifugati, ma con un tocco innovativo rappresentato dalle combinazioni di frutta e formaggi nel “ready to eat”, e alla sicurezza e genuinità nel piatto che porta l’88% degli italiani a bocciare frutta straniera e a mettere nel carrello frutta e verdura made in Italy.
Frutta e verdura sono alimenti buoni, che non devono mai mancare nei pasti quotidiani rappresentando anche uno spuntino ideale, sano pratico e gustoso. Ma vanno comunque consumate nelle giuste quantità, senza eccedere. «Soprattutto la frutta ha il merito di favorire il senso di sazietà che in una dieta lievemente ipocalorica e bilanciata, può aiutare a raggiungere gli obiettivi del peso forma», spiega il professor Pierluigi Pecoraro, docente alla Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Alimentazione dell’Università Federico II di Napoli. «Abbondare potrebbe generare reazioni a livello gastrico e intestinale, allungando la digestione o stimolando la fermentazione intestinale. Effetti contenibili se la frutta è “bilanciata” all’interno di una dieta equilibrata».
A questo “buon” quadro alimentare, si contrappone però un aspetto meno confortante: una pigrizia generalizzata. Gli italiani risulterebbero tra i più sedentari d’Europa, collocandosi al 17° posto, su 24 Paesi considerati. «L’attività fisica e motoria – conclude Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) – è invece “terapeutica”, con effetti simili a quelli di un vero e proprio farmaco: quindi dovrebbe essere “assunta” secondo le dosi raccomandate dalle condizioni di salute dall’età, con una aderenza alla pratica quotidiana». Perché il movimento deve essere considerato un prezioso ed efficace “farmaco naturale”, che contribuisce a prevenire diverse patologie, migliorando salute e qualità della vita della persona che lo pratica con regolarità.
Francesca Morelli