Due capsule prima di coricarsi in caso di nausea mattutina, fino a un massimo di 4 al giorno in caso di persistenza del sintomo durante la giornata, con possibilità anche di un “dosaggio” personalizzato, studiato insieme al ginecologo, in funzione della risposta terapeutica. Sono queste le indicazioni di assunzione di un nuovissimo farmaco, già in commercio, che combina doxilamina succinato (10 mg) e piridossina cloridrato (vitamina B6), in grado di lenire fino a risolvere nausea e vomito, più tipici del primo trimestre di gravidanza. Un disturbo, quello della nausea, che colpisce il 70-80% di donne in dolce attesa accompagnato nel 50% dei casi anche da vomito. Le cause di questo disagio, in parte ancora ignote, sembrano associarsi prevalentemente a cambiamenti ormonali, in particolare all’aumento dei livelli della gonadotropina corionica umana (Beta-hCG), un ormone prodotto già a pochi giorni dal concepimento, che raggiunge i massimi livelli nel sangue materno al terzo mese di gravidanza per poi decrescere nel periodo successivo. «Infatti la nausea compare di norma tra la quarta e la nona settimana di gestazione – spiega Irene Cetin, Direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi”, di Milano – con un apice tra la settima e la dodicesima, tendendo a sparire dopo il terzo mese di gravidanza. Tuttavia circa il 15% delle donne continua ad avvertirne i sintomi anche in seguito».
Sebbene nausea e vomito non si associno a esiti avversi, la qualità della vita può essere compromessa a causa della difficoltà ad alimentarsi, della gestione precaria della quotidianità professionale e privata con ripercussioni anche sulle relazioni sociali e di coppia. Esiti prevenibili e controllabili in tutta “sicurezza” con semplici compresse. «Il farmaco, nuovo per l’Italia ma in uso già da 30 anni in diversi Paesi europei tra cui Spagna è Canada – aggiunge Cetin – in studi clinici su oltre 200 mila donne si è dimostrato efficace sin dalla prima somministrazione, ben tollerato, senza effetti collaterali (eccetto la possibile sonnolenza), privo di rischi per malformazioni fetali». Tanto da essere raccomandato dalle Linee Guida ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) come terapia farmacologica di prima scelta contro le nausee gravidiche. «Avere a disposizione un prodotto efficace, sicuro e specifico per la nausea e il vomito in gravidanza – conclude Elsa Viora, Presidente Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) – è prima di tutto un’attenzione e una forma di rispetto per la donna che vede riconosciuto un disturbo che, in quanto tale va trattato e curato, in particolar modo nel primo trimestre, periodo durante il quale la donna è ancora molto attiva. Dunque, preservare la qualità di vita della futura mamma deve diventare per gli specialisti un obiettivo clinico, attuando un cambiamento culturale anche nella relazione medico-paziente. È auspicabile infatti che sia lo specialista a investigare la presenza del disturbo, anche se non esplicitamente dichiarato dalla donna e nel caso, somministrare l’adeguata terapia».
Francesca Morelli