Salute e prevenzione: sono i “valori” che metà delle donne italiane pongono sul gradino più alto delle priorità da realizzare nell’arco della vita. Lo evidenzia un’indagine dell’Osservatorio Assidim Eurisko sulle donne italiane e la salute. Un’attenzione cresciuta negli ultimi dieci anni nonostante la crisi, superando le aspettative del maggior tempo da dedicare alla famiglia o della sicurezza di un lavoro. Perdono sempre più terreno invece il raggiungimento del benessere economico o il successo nella professione, come a dire che oggi le donne mirano a obiettivi (più) realizzabili, a garanzia di una migliore qualità di vita e attenzione verso se stesse.
Anche gli uomini hanno la stessa gerarchia di valori, sebbene con metri e misure differenti, ma le donne sembrano più impegnate e hanno maggior consapevolezza delle strategie per mantenere la salute: infatti adottano abitudini più corrette. Prime fra tutte l’abolizione (o la limitazione massima) di fumo e alcool, la dieta varia e bilanciata, la costante attività fisica, la riduzione di fattori di stress, la regolarità dei periodici controlli clinici. Alle parole seguono i fatti e la maggior parte delle donne riesce davvero a mettere in atto ciò che sostiene.
C’è però un dato nuovo: se un tempo le donne erano la forza trainante della cultura della salute e della prevenzione e anche le care-giver della famiglia, oggi hanno perso parte del loro primato perché altri interlocutori, quali le persone in età avanzata e/o gli uomini, si stanno profilando come promotori di salute. Merito dei buoni insegnamenti femminili…
Sono ancora le donne, comunque, rispetto alle altre classi di utenti, a sottoporsi con più facilità ai controlli medici, preventivi e/o specialistici, a usufruire maggiormente dei servizi sanitari verso i quali però mostrano criticità e esigenza di alta specializzazione. Restano ancora insoddisfacenti per le donne italiane i tempi di attesa pubblici per gli esami e laddove necessario non esitano a rivolgersi al privato. Le aspettative delle donne italiane per un futuro con più prevenzione e buona salute? Potersi permettere un’assistenza integrativa; poche ce l’hanno, ma quasi la metà delle donne (e non solo) la desidera. Tanto da essere considerato il benefit preferito, collocandosi ben lontano ad esempio dalla richiesta di buoni spesa, auto aziendale o asili nido che andavano per la maggiore fino a qualche anno fa.
(Francesca Morelli)