Nuovi studi iniziano a fare luce sulle correlazioni tra salute dell’intestino, livelli di glucosio nel sangue, resistenza all’insulina e progressione del diabete. E’ già noto che modifiche allo stile di vita, come una maggiore attività fisica, la perdita di peso e l’introduzione di cambiamenti nella dieta, aiutano a gestire il diabete di tipo 2 e possono anche arrestare o ritardare la progressione dal prediabete al diabete conclamato. I risultati di una recente ricerca hanno rilevato una minore diversità nel microbioma intestinale dei diabetici di tipo 2, con livelli inferiori anche di batteri che producono butirrato, un acido grasso a catena corta che rafforza la barriera intestinale, regola la funzione immunitaria ed è associato a benefici per la salute. Questo suggerisce che piani alimentari di gestione del peso attenti alla salute dell’intestino, che includano verdure, cereali integrali e fibre, rappresentano un approccio sostenibile alla riduzione del rischio e che uno spuntino come le mandorle è l’ideale per chi soffre di prediabete o diabete di tipo 2.
Numerose ricerche hanno evidenziato che le mandorle hanno diverse proprietà che le rendono uno snack adatto ai diabetici, avendo un effetto positivo sulla modulazione dei livelli di glucosio nel sangue, riducendo la glicemia a digiuno, l’insulina postprandiale, l’emoglobina e migliorando la sensibilità e l’insulino- resistenza. In particolare due studi recenti, uno condotto nell’arco di tre giorni e l’altro di tre mesi, hanno dimostrato i benefici del consumo di mandorle sul controllo del glucosio nel sangue per gli indiani asiatici con prediabete e sovrappeso/obesità. Il secondo studio ha aperto nuove strade, invertendo il prediabete, o intolleranza al glucosio, facendo tornare a livelli normali di glicemia quasi un quarto (23,3%) delle persone coinvolte.
In entrambi gli studi, 60 persone hanno mangiato 20 g di mandorle – una piccola manciata – 30 minuti prima di colazione, pranzo e cena per tutta la durata dello studio. Un migliore controllo del glucosio a lungo termine con la dieta, ad esempio attraverso il consumo di mandorle, potrebbe aiutare a prevenire la progressione del diabete. Un approccio da non sottovalutare, visto anche che quasi il 70% delle persone con prediabete sviluppa il diabete nel corso della propria vita. Dichiara in proposito la dietista Ambra Morelli: <Il profilo nutrizionale delle mandorle, nel suo complesso – basso indice glicemico, un importante pacchetto di nutrienti per porzione da 30 grammi, tra cui proteine (6 g), fibre (4 g), grassi buoni e importanti vitamine e minerali come la vitamina E (7,7 mg), magnesio (81 mg) e potassio (220 mg) – le rendono uno spuntino smart ed energizzante, nell’ambito di un piano alimentare sano, per chi soffre di prediabete o diabete di tipo 2. Inoltre le mandorle aiutano anche a mantenere sane abitudini alimentari grazie al loro potere saziante. Un insieme di indicazioni, dunque, che riconduce al tema centrale della Giornata Mondiale del Diabete 2023 (14 novembre): “Conosci il tuo rischio, conosci la tua risposta”.
Riguardo invece alla salute dell’intestino, un recente studio del King’s College di Londra ha scoperto che quando adulti sani mangiavano mandorle intere o macinate per 4 settimane, l’apporto di fibre e la regolarità intestinale aumentavano senza problemi digestivi. Anche la concentrazione di butirrato, un acido grasso a catena corta associato a benefici per la salute, è aumentata rispetto al gruppo di controllo che non mangiava mandorle. Inoltre un’altra ricerca ha segnalato che aggiungere uno snack mattutino di mandorle al regime dietetico delle matricole universitarie, che prevalentemente saltano la colazione, ha migliorato la diversità e la composizione del microbioma intestinale e che una maggiore ricchezza batterica è associata a risultati favorevoli sulla salute, come la tolleranza al glucosio e la sensibilità all’insulina. Secondo i ricercatori, le fibre, i grassi monoinsaturi e il contenuto di polifenoli delle mandorle sono responsabili della maggiore diversità. Un ulteriore studio ha rilevato che, nel complesso, il consumo di mandorle aumenta l’abbondanza relativa di specifici batteri benefici nell’intestino, suggerendo che le fibre e gli acidi grassi polinsaturi presenti nelle mandorle potrebbero essere in parte responsabili della composizione del microbioma intestinale.
Antonella Franchini