Lo yogurt è un alimento da sempre raccomandato per la sua ricchezza di nutrienti: batteri probiotici vivi come Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophiles, arricchiti da altre specie probiotiche; diversi minerali preziosi per la salute quali calcio, magnesio, potassio, fosforo e zinco presenti nello yogurt in concentrazioni superiori al 50% rispetto al latte e più biodisponibili; vitamine, soprattutto del gruppo B, in particolare B6 e B12. Non ultimo, lo yogurt fornisce anche aminoacidi essenziali. Dunque si qualifica come un alimento gustoso a colazione, a merenda e ogni qual volta si avverte il buco allo stomaco, spuntino ideale anche per i più piccoli. Ma il perché di tutto questa bontà per la salute dell’organismo era rimasto in incognito fino ad ora: viene invece smascherato da uno studio tedesco, dell’Università di Lipsia. La ricerca conferma che i benefici dello yogurt, come dei cibi fermentati in genere, si devono prevalentemente ai lactobacilli in essi presenti, ma per la prima volta rivela che si associano soprattutto a un metabolita: l’acido D-fenillattico (D-PLA). I metaboliti sono un prodotto “trasformato” dai lattobacilli che, legandosi a specifici recettori presenti sulla superficie delle cellule, attivano e potenziano l’azione immunitaria. Ma c’è di più: infatti lo studio avrebbe anche scoperto che il merito del nostro benessere dipenderebbe specificatamente dal “terzo” recettore che appartiene ai primati e all’uomo, e non a tutte le specie animali che ne hanno invece solo due. Il terzo recettore, spiegano i ricercatori, si sarebbe formato in seguito all’evoluzione della specie permettendo all’uomo e a chi lo possiede di consumare anche quei cibi, come ad esempio la frutta caduta dall’albero, che fermentando si avviano a un processo di degradazione, cogliendone invece i benefici. Una scoperta importante, secondo gli autori della ricerca, che potrebbe anche aprire nuove vie di cura per trattare con più efficacia le malattie infiammatorie. «Riteniamo che questo terzo recettore – commenta Claudia Stäubert, fra i ricercatori dello studio – possa mediare alcuni degli effetti benefici e anti-infiammatori dei lattobacilli nell’uomo». Si tratta di una prima ipotesi ancora da confermare con ulteriori indagini, ma se i risultati fossero positivi, si potrà capire l’azione dell’acido D-fenillattico e come riesca ad influenzare il sistema immunitario. Le aspettative sono rivolte anche verso la possibile interazione di questo metabolita con le cellule adipose, in particolare del polmone e della cute, che si esprimono anch’esse sulla superficie del “terzo recettore”, con finalità anche in questo caso terapeutiche.
Francesca Morelli