<p> Sono stati presentati a Roma i primi dati di uno studio-pilota sulle malattie infettive (HIV, Epatiti, Lue) condotto in 20 Istituti penitenziari italiani, promosso dalla SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), dalla SIMSPE (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria), NPS Italia Onlus (Network Persone Sieropositive) e Associazione Donne in rete Onlus, patrocinato dai Ministeri della Salute e della Giustizia. I dati elaborati finora riguardano 9 Istituti e hanno coinvolto 4072 detenuti, di età media intorno a 46 anni, di cui il 4,7% sono donne. Scopo del progetto? <Scoprire il sommerso di queste malattie e indurre una presa di coscienza per curare le persone malate e ridurne l’incidenza di malattia, evitando ulteriori contagi> puntualizza Rosaria Iardino, presidente NPS Italia Onlus e Donne in rete Onlus. <A tale scopo abbiamo offerto la possibilità di effettuare colloqui con un educatore, rappresentante del Network Persone Sieropositive, che ha illustrato ai detenuti la possibilità di effettuare specifici test>. Il risultato? <Su 1500 detenuti che hanno fatto questi colloqui e si sono sottoposte ai test proposti, sono state evidenziate 130 nuove diagnosi di malattie infettive: precisamente 65 epatiti C, 49 epatiti B, 12 casi di sifilide, 4 infezioni di HIV> conferma il dottor Sergio Babudieri, presidente SIMSPE. <In più la richiesta di avere colloqui con gli operatori per conoscere la possibilità di fare questi test è salita dall’11% al 56%, segno tangibile della volontà di queste persone di ricevere una diagnosi e le appropriate cure, in caso di malattia>.</p> <p> </p>