“Mamme a bordo” è il progetto terapeutico dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) nato per lavorare sulla dinamica relazionale madre-bambino e facilitare, attraverso la condivisione del gioco, la sintonizzazione affettiva. La specificità della terapia dell’IdO, a differenza di quella offerta in Israele e in Inghilterra, sta proprio nel ruolo attivo del terapeuta all’interno della terapia. Questo lavoro sarà presentato dalla psicoterapeuta Serena Polinari al XVII Convegno nazionale dell’Istituto, dal 21 al 23 ottobre nella Capitale.
«La sintonizzazione affettiva significa riconoscere i bisogni reali del bambino per poi rispondere adeguatamente alle sue esigenze. Negli altri modelli di terapia diadica il terapeuta si pone come osservatore esterno e contenitore della dinamica relazionale madre-bambino», spiega la psicoterapeuta. «Noi invece portiamo avanti la terapia del bambino in presenza della mamma, lavorando su due livelli: sulle difficoltà del piccolo e aiutando la mamma, a partire dalle esperienze condivise nel setting, a vedere il bambino nelle sue risorse e nelle sue difficoltà per rispondere adeguatamente ai suoi bisogni». “Mamme a bordo” coinvolge i bambini fino a 3 anni di età, con disturbi del linguaggio, della relazione e della comunicazione: accoglie per ogni setting massimo 4 coppie mamma-figlio e due psicoterapeuti, quali conduttori del gruppo. Si struttura in più attività: una seduta di gruppo madre-bambino una volta la settimana, sedute periodiche «in cui vediamo solo le mamme per verbalizzare ed elaborare insieme tutte le emozioni condivise nelle terapie diadiche, e infine- sottolinea Polinari- organizziamo delle sedute in cui giochiamo solo con le madri. Lo scopo è recuperare la loro giocosità, fondamentale per incontrare e sostenere il bambino. La nostra ottica è che attraverso il gioco noi promuoviamo il suo sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo».
Polinari conclude con una precisazione: «I genitori non sono responsabili di alcun deficit, sono una risorsa da cui partire per poter aiutare ancora di più il figlio. Noi li portiamo a bordo perché quando ci sono dei bambini che presentano delle difficoltà bisogna essere ancora più bravi per trovare quelle risorse che possano spingerli fuori da una situazione di blocco e di difficoltà». Il convegno dell’IdO dal titolo “Dal processo diagnostico al progetto terapeutico. Per un approccio mirato al singolo bambino”, sarà trasmesso in diretta streaming nazionale sul sito www.ortofonologia.it
P.T.