Manca lo psiconcologo nel percorso di cura dei pazienti con tumore

Depressione, ansia e disagio piscologico colpiscono la maggioranza dei pazienti con tumore e per il 92% le difficoltà emotive hanno inciso nel percorso di cura. Ma il 53% non ha affrontato questi problemi con l’oncologo e, nell’84% dei casi, il professionista dedicato, cioè lo psiconcologo, non è presente in maniera strutturata nel centro di cura. Con la conseguenza che l’80% non ha mai svolto una seduta con uno psiconcologo, nonostante sia considerata molto utile da quasi il 90% e il 71% si “accontenti” anche del supporto psico-oncologico online. Sono i dati principali del sondaggio promosso dal sito Psiconcologia.net, indirizzato a pazienti ed ex pazienti oncologici, ma anche a caregiver, familiari e amici di chi ha avuto un tumore, per ascoltarne le esperienze e analizzarne i bisogni.
Sono state 2960 le risposte, che hanno evidenziato aspetti importanti, dalle difficoltà emotive durante la malattia oncologica (sia per chi l’ha vissuta in prima persona e per chi gli è stato accanto), alla possibilità di condivisione di queste emozioni con l’oncologo medico, fino alla necessità di un supporto psicologico mirato, quindi da parte di uno psiconcologo.
<Per i pazienti oncologici non conta soltanto allungare la vita in termini di tempo, ma anche di qualità>, spiega Gabriella Pravettoni, Direttrice della Divisione di Psiconcologia dello IEO, Professoressa di Psicologia delle decisioni all’Università Statale di Milano. <Per questo è fondamentale offrire un support, perché queste persone possano prendersi cura di sé anche a livello psicologico ed emozionale, non solo fisico. La survey che abbiamo diffuso ha raccolto dati importanti, che mostrano una forte predisposizione dei pazienti ad avviare un percorso di sostegno psiconcologico: l’89% degli intervistati pensa si tratti di un servizio molto utile. Purtroppo, però, solo il 16% riferisce una presenza continua del terapista nella struttura in cui sono state effettuate le cure. Si tratta di una lacuna che, per essere colmata, richiede azioni concrete, come l’offerta di un servizio di sedute online, accessibili a tutti, anche a chi ha difficoltà di movimento o, a causa delle terapie, non si trova in condizioni ottimali. È un servizio a cui il 71% degli intervistati si affiderebbe. Abbiamo già sperimentato questa modalità con i teleconsulti durante il Covid-19, ed è stata accolta così positivamente che ancora oggi esistono piattaforme online dedicate proprio al supporto psicologico. Il nostro impegno, nel prossimo futuro, sarà rivolto proprio in questa direzione>.
<Dal sondaggio è emerso chiaramente come le difficoltà emotive abbiano un grande impatto sul percorso di malattia dei pazienti e dei caregiver>, afferma Saverio Cinieri, Presidente Fondazione AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica. <Affrontare questi temi con l’oncologo medico, però, non è sempre facile: solo il 5% ne ha parlato con lo specialista in modo costante, il 42% saltuariamente, mentre il 53% non ha mai trattato l’argomento. Questi numeri rendono evidente la necessità della figura dello psiconcologo, il terapeuta esperto nel supporto psicologico delle persone colpite da tumore. Nelle strutture sanitarie del nostro Paese, gli specialisti sono ancora troppo pochi e solo il 20% dei pazienti e familiari ha svolto sedute con lo psiconcologo, che comunque sono proseguite in modo saltuario addirittura per l’83%>.
<Le nostre pazienti vivono un’esperienza molto complessa a livello psicologico e necessitano di supporto sia in fase di diagnosi, quando la scoperta della malattia causa incertezza sul futuro e sconvolgimento della quotidianità, sia nella fase delle cure, quando fatigue ed effetti collaterali si fanno sentire>, conclude Flori Degrassi, Presidente Andos, Associazione Nazionale Donne Operate al Seno. <Anche quando le cure sono terminate, il sostegno di uno specialista resta fondamentale: gli esami durante il follow up, infatti, causano spesso uno stato di tensione, ansia e preoccupazione, che può ripercuotersi sulle attività di tutti i giorni. Anche la relazione familiare e di coppia durante la malattia può diventare motivo di apprensione e, per questo, richiedere il supporto di uno specialista. Parlare con un esperto delle proprie emozioni può rendere possibile recuperare serenità ed equilibrio>.

Paola Trombetta

 

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