Melanoma: il 30 giugno la quarta edizione di “Mela Talk”

Il 10% dei melanomi (1200 l’anno in Italia) hanno una componente “familiare”, con presenza di un parente di primo grado con la stessa neoplasia. Chi ha un genitore o un fratello con questo tumore deve poter effettuare test genetici per verificare eventuali mutazioni associate al melanoma “familiare”. Tuttavia solo pochi centri oncologici svolgono questi test. Sarà questo uno dei temi dibattuti al Mela Talk Connected un’iniziativa gratuita e aperta alla popolazione che si terrà il prossimo 30 giugno in modalità on line (www.melatalk2023.it). L’evento è giunto alla sua quarta edizione e vede specialisti (oncologi, dermatologi, nutrizionisti, psiconcologi) e associazioni di pazienti dialogare e rispondere a dubbi e domande di malati e caregiver. L’obiettivo è avviare un confronto su tutte le tematiche inerenti la patologia: i corretti stili di vita prima e dopo la diagnosi, gli aspetti emotivi-psicologici, il ruolo dell’alimentazione e le ultime novità diagnostico-terapeutiche. Il Mela Talk gode del patrocinio di A.I.Ma.Me. (Associazione Italiana Malati di Melanoma), APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma), Emme Rouge Onlus e MiO (Melanoma Italia Onlus) ed è realizzato con il contributo di Bristol Myers Squibb.

<L’iniziativa che abbiamo avviato nel 2017 è nata dalla convinzione che conoscere la malattia sia uno strumento fondamentale nel percorso di cura>, afferma la professoressa Paola Queirolo,  Responsabile Scientifico di “Mela Talk” e direttore Divisione melanoma, sarcoma e tumori rari presso l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. <Bisogna cominciare dalla prevenzione che non può essere solo primaria e quindi legata ai corretti comportamenti da seguire quando ci esponiamo al sole. Deve interessare anche quelle persone considerate a rischio, partendo proprio da chi ha una predisposizione genetica alla patologia. Attraverso un semplice prelievo di sangue e un successivo esame, possiamo verificare la probabilità di sviluppare un melanoma>.

<E’ il terzo tumore più frequente tra gli under 50 del nostro Paese>, aggiunge Monica Forchetta, Presidente APAIM. <L’assistenza a persone nel pieno della vita lavorativa e familiare richiede un supporto qualificato anche di altri specialisti come lo psiconcologo e il nutrizionista, che non sempre sono effettivamente presenti. In particolare è emerso come l’alimentazione possa addirittura condizionare la risposta dei pazienti alle terapie>

Il melanoma nel 2023 ha fatto registrare in Italia 12.700 nuovi casi per un totale di oltre 169mila persone viventi con una diagnosi. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi si attesta all’88% per gli uomini e al 91% per le donne. <La svolta contro la malattia si è registrata negli ultimi anni grazie all’introduzione delle terapie mirate e dell’immunoterapia>, aggiunge la professoressa Queirolo. <Su quest’ultima tipologia di cura sono emersi nuove evidenze negli ultimi congressi internazionali, tra cui l’ASCO di Chicago. In particolare ci sono dati su pazienti metastatici trattati con ipilimumab, anti PD-1 o la combinazione di questi, per i quali si può iniziare addirittura a parlare di guarigione dalla malattia. Si registrano anche risultati positivi con la combinazione nivolumab e anticorpo anti LAG-3 (relatlimab). Si registrano minori effetti collaterali e la terapia può essere utilizzata anche nella fase adiuvante della malattia>.

Paola Trombetta

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