“Sei mia”: riflessione sulla violenza contro le donne

Grande partecipazione di pubblico, quasi tutto al femminile, per “Sei mia” al Teatro Studio Melato di Milano. Il recente incontro è stato un’occasione per riflettere con alcuni esperti sulla violenza maschile contro le donne, un fenomeno sociale che ha registrato in questi ultimi tempi picchi di recrudescenza.  “Al cuore dell’iniziativa – hanno spiegato gli ideatori Marco Manzoni di Studio Oikos e Carmen Leccardi dell’Università Milano-Bicocca – vi è l’intento di proporre un’analisi di quella parte della maschilità che sceglie la violenza come unico linguaggio praticabile nella relazione  con il mondo femminile e con il suo desiderio di autonomia e di soggettività”. Dove affonda le radici tanta violenza? Per cercare di capirne le cause di tanto imbarbarimento, sono stati invitati a portare il loro contributo rappresentanti del mondo civile: il filosofo Salvatore Veca ha sottolineato l’instabilità dei legami tra i sessi, la perdita di potere nei confronti dell’altra da parte maschile è vissuta come perdita di sé. La psicologa Silvia Vegetti Finzi si richiama alla forza delle donne – “ammettere la propria fragilità è stato vincente” – e  invita a riflettere sul ruolo della figura materna e sulla paura dell’uomo della dipendenza dalla donna”. Luigi Zoja, psicoanalista, nella sua riflessione intorno all’identità maschile ha messo in scena la figura mitologica del centauro, “la cui unica forma di unione sessuale era lo stupro”. Carmen Leccardi, sociologa, ribadisce che le conquiste sociali delle donne muovono nuove paure che, mal sopportate, scatenano aggressività.

È emerso dagli interventi che l’uomo, incapace di accettare un rapporto alla pari e di reciproca indipendenza con l’altra, indebolito dalla perdita di potere, in preda alla collera diventa violento. Hanno inoltre portato la loro testimonianza del lavoro e dell’impegno quotidiani contro la violenza maschile sulle donne, i rappresentanti di alcune associazioni: Manuela Ulivi della Casa di Accoglienza Donne Maltrattate, Claudia Biondi di Caritas Ambrosiana, Stefano Ciccone di Maschile Plurale e un’attivista della Rete Non Una Di Meno.

Lodevole l’iniziativa: parlare di violenza contro le donne in un luogo pubblico, tenere alta l’attenzione sulla realtà che vede in questi ultimi tempi un picco di femminicidi è importante. Proprio per questo non basta più l’indignazione, non è più sufficiente solo la riflessione sulle cause di tanta violenza, non può bastare, e non rende giustizia alle tante donne che non ci sono più, a tante altre che continuano a subire violenza in famiglia, da ex mariti o fidanzati, molestie e discriminazioni nei posti di lavoro e purtroppo c’è violenza persino nella scuola, tra bambine e bambini e adolescenti. Ecco, questo è il punto da cui partire: dalla scuola, dall’educazione al rispetto per l’altra, per l’altro, fin dalla più tenera età. Sarebbe un argine anche al bullismo, che sta dilagando in modo preoccupante. C’è da sperare che queste iniziative producano nuove domande. Che le Associazioni femminili, chi siede nelle istituzioni, chi lavora nel sociale, tanti cittadini, cittadine, facciano arrivare al Ministero dell’Istruzione la richiesta di inserimento nei programmi scolastici, a cominciare dalla materna, dell’educazione al rispetto per l’altro, per l’altra. Sarebbe davvero un cambiamento epocale!

di Lea Miniutti

Articoli correlati