Nuove opportunità terapeutiche per la Dermatite Atopica nei piccoli

Vergogna di guardarsi allo specchio, imbarazzo e voglia di “cancellare” i segni della malattia dalla pelle, disagio di stare in mezzo agli altri, tanto da limitare le uscite nel tempo libero, il gioco e il divertimento. Sono le sensazioni emotive percepite dal 39% dei bambini affetti da Dermatite Atopica (DA), che impattano anche sull’aspetto psicologico: dallo stress, alla tristezza, alla depressione, con riduzione dell’autostima e delle performance scolastiche, a causa dei sintomi della malattia, tra cui forte prurito, difficoltà di adddormentarsi, frequenti risvegli notturni, sonnolenza diurna, e sulla famiglia con un carico gestionale di supporto ai piccoli importante. La DA è infatti vissuta come un ostacolo alla vita di tutti i giorni (63% dei casi) e ne impoverisce anche la qualità (55%), con un impatto ancora più importate in caso di malattia severa.  Sono le impressioni complessive raccolte dall’ indagine condotta da DoxaPharma, per conto di Sanofi, tra 160 genitori di bambini con DA e 100 genitori di piccoli senza malattia, di età compresa tra 6 e 11 anni, con l’intento di “misurare” effetti e ripercussioni sull’intero nucleo familiare: i piccoli che ne soffrono e i care-giver, cioè mamma e papà.

I risultati sono stati presentati al Congresso della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV) in corso a Milano in questi giorni. «L’impatto della DA, patologia infiammatoria cronica che colpisce il 20% dei bambini, nell’85% dei casi con insorgenza prima dei 5 anni di vita – spiega Mario Picozza, Presidente Federasma & Allergie e ANDeA, Associazione Italiana Dermatite Atopica – può essere molto importante sulla vita del bambino e dell’intera famiglia. Il 30% dei genitori è stato costretto nell’ultimo anno a rivolgersi al pronto soccorso, in media tre volte, a causa della dermatite atopica del figlio, e nel 15% dei casi con necessità di l’ospedalizzazione fino a 2 volte l’anno. Inoltre, il 39% dei genitori ha dovuto prendere ferie o permessi lavorativi nell’ultimo mese (51% negli ultimi 6 mesi) per poter gestire la patologia dei figli». La DA spesso non arriva da sola: nella gran parte dei casi i piccoli soffrono della malattia infiammatoria di tipo 2 che comporta la presenza di (almeno) altre quattro patologie concomitanti di natura infiammatoria: allergia ai pollini (52,5% bambini con DA contro 12% bambini senza DA), alla polvere/acari (46,3% contro 14%), congiuntivite allergica (35% vs 7%), allergie alimentari (33,1% vs 9%) e asma (23,1% vs 7%). Eppure nonostante le forti implicazioni, la DA resta inizialmente sottovalutata e non approcciata in maniera adeguata e tempestiva. Invece oggi trattamenti mirati e efficaci ci sono.

«Anche i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni affetti da una forma grave di DA – dichiara Iria Neri, della Dermatologia Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola Bologna – possono avvantaggiarsi di soluzioni terapeutiche innovative che agiscono sulle cause dell’infiammazione di tipo 2, alla base della DA e di altre patologie di origine infiammatoria che possono presentarsi contemporaneamente. Tra queste un farmaco biologico, il dupilumab, capace di migliorare significativamente i segni e i sintomi della dermatite atopica e di conseguenza la qualità di vita dei bambini e di chi se ne prende cura».

Francesca Morelli

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