In questo anno di pandemia, a subire le conseguenze maggiori dal punto di vista economico sono state le donne: a fronte di un calo di occupati di 101 mila persone a dicembre 2020, 99 mila erano donne. In un momento in cui il lavoro è importante per tutti, in Italia non è accettabile che le donne paghino il prezzo principale delle conseguenze economiche della pandemia Covid, che colpisce in particolare le donne che hanno avuto un tumore. Per tutelarle e prepararle al ritorno a pieno titolo nel mondo del lavoro è partita oggi la Campagna “Tumore & Lavoro”: si prefigge di creare un modello su un campione selezionato di aziende socialmente sensibili e su un campione di donne pronte a partecipare ai percorsi di orientamento, per prendere consapevolezza della necessità di adeguare le proprie competenze ai cambiamenti del mondo del lavoro e alla trasformazione tecnologica accelerata dalla pandemia. L’accordo concluso proprio l’8 marzo tra i partner durerà fino a fine anno, quando sarà completato il ciclo di incontri con le aziende e i webinar di orientamento delle pazienti, grazie ai quali sarà predisposto un modello organizzativo che verrà presentato ai Ministeri competenti (Lavoro, MEF, Salute e Ministero delle attività produttive), agli enti e ai sindacali con i dati e le raccomandazioni sulle modalità operative emerse da questo modello. <Questo progetto è stato importato da un’analoga interessante esperienza svolta da Europa Donna Olanda che ha prodotto risultati molto soddisfacenti in termini di reinserimento al lavoro. I partner che abbiamo individuato in questo percorso italiano sono quelli che garantiranno il successo dell’iniziativa anche nel nostro Paese. In questo contesto i percorsi di orientamento rivestono un ruolo fondamentale perché consentono di superare il gap di competenze dato dalla trasformazione digitale del mondo del lavoro e che potrebbe emergere nel momento del rientro post pandemia>, puntualizza Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia.
<La rilevazione dei dati darà uno spessore significativo al modello, in particolare sul cambio dell’identità che la donna ha dovuto subire dal travaglio della malattia, fino a decidere il reintegro nel mondo del lavoro>, aggiunge Alessandra Paola Ghisleri, CEO presso Euromedia Research. <L’accesso alle schede delle donne che si sottoporranno al percorso di reintegro, avverrà in forma anonima e riprenderà i passaggi principali delle loro storie ed esperienze, in modo da rilevarne paure ed incertezze, insieme allo stato della conoscenza dei passaggi legati alla malattia e alle “tutele” rispetto al quadro normativo. La ricerca rileverà anche il punto di vista aziendale per comprenderne la disponibilità in merito alla soluzione di un problema così sentito da parte della forza lavoro femminile, quando si trova in circostanze di fragilità>.
Paola Trombetta