“Pazienti a bordo”: sport e aiuto psicologico a mille donne in dieci anni

Una “flotta” di 22 barche (ciascuna con otto pazienti a bordo) ha partecipato alla veleggiata finale del progetto “Pazienti a Bordo”. Un’iniziativa a favore dei malati oncologici, che viene promossa da oltre 10 anni dall’Associazione “We Will Care” insieme al Centro Velico Caprera. Proprio ieri in Sardegna, si è svolta la competizione che ha visto anche la partecipazione della Marina Militare. L’evento è stato dedicato alla memoria di Paolo Martano, ex presidente della Fondazione Centro Velico Caprera recentemente scomparso.
<Siamo orgogliosi di questo importante progetto che nell’ultimo decennio ha coinvolto oltre 1.000 donne>, sottolinea la professoressa Gabriella Pravettoni, Presidente di We Will Care, Docente di Psicologia delle Decisioni all’Università di Milano e Direttore della Divisione di Psiconcologia dello IEO. <Le ex pazienti che hanno vissuto un’esperienza diretta con il cancro trascorrono sull’isola una settimana per imparare un nuovo modo di rapportarsi con sé stesse e gli altri imparando da uno sport molto stimolante. Si alternano momenti di intensa attività fisica con sedute di terapia psicologica di gruppo. La barca a vela rappresenta per le donne una nuova sfida come lo è stata anche la malattia. La mattina insegniamo come sia possibile assecondare il vento con le vele mentre il pomeriggio educhiamo le donne ad accettare il cancro, le sue inevitabili conseguenze e a superare questi aspetti per riprogrammare al meglio la propria esistenza. Assistite da un’equipe di psiconcologi dell’Università di Milano e dell’Istituto Europeo di Oncologia e guidate dagli istruttori del Centro Velico Caprera, le pazienti diventano così allieve. Possono imparare ad affrontare il mare al fine di trovare nuova energia e determinazione per riprendere in mano il timone delle proprie sfide personali”.
<Il cancro è una malattia che può essere sconfitta come dimostrano i dati epidemiologici incoraggianti registrati nel nostro Paese, soprattutto nel tumore del seno>, conclude la professoressa Pravettoni. <Spesso grazie alle terapie innovative è possibile guarire completamente ed avere la stessa aspettativa di vita del resto della popolazione. Un tumore può rimanere sempre un’esperienza molto difficile da affrontare sia per i pazienti che per familiari e caregiver. La psiconcologia rappresenta un enorme aiuto per centinaia di migliaia di persone che deve sommarsi all’insegnamento di corretti stili di vita per evitare le recidive. Con “Pazienti a Bordo” abbiamo avviato un percorso parallelo che sfrutta i grandi benefici che l’attività fisica può svolgere a favore dei malati”. We Will Care è una associazione no profit che dal 2016 fornisce supporto psicologico alle persone che stanno vivendo un disagio emotivo causato da un tumore e ai loro famigliari/caregiver>.

Paola Trombetta 

 

Articoli correlati