“Nativi digitali”: è la definizione che meglio caratterizza i giovani, soprattutto gli adolescenti di oggi, per i quali la tecnologia (Smarthphone, Internet e Gaming) è lo strumento, ma anche il mezzo dello sviluppo della loro identità. Fino quasi a non poterne più fare a meno: “sovrastimolati” dalle informazioni dei digital device. I più recenti dati Istat evidenziano che quasi il 95% dei ragazzi italiani tra i 14 e 19 anni utilizza Internet e confermano come l’utilizzo della tecnologia possa diventare problematica per l’1-4% circa di ragazzi. Anche in Italia dove si stima che 300 mila giovani tra i 12 e i 25 anni possano avere sviluppato una reale dipendenza da Internet. I cui effetti, soprattutto nella fase di modellazione dei circuiti cerebrali in età adolescenziale, non sono da sottovalutare sia sul piano clinico (studi preliminari evidenzierebbero infatti delle modificazioni della materia bianca), sia psico-emotivi, con un’alterata percezione della vita reale che impatta anche su comportamenti, peggiorando ad esempio i disturbi in bambini e adolescenti con ADHD, e sulle abilità cognitive, privilegiando alcune forme di apprendimento a scapito di altre. «I ragazzi sono sempre esposti a micro-stimolazioni attraverso gli smartphone», dichiara Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale dell’Asst Fbf-Sacco di Milano e autore, insieme a Giovanni Migliarese, del volume “Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza”, di Pacini Editore. «Alert, messaggi, like tendono a creare uno stato di allerta, con conseguenze che si riscontrano sull’attenzione, sulla memoria e sui ritmi del sonno. Quasi il 90% dei ragazzi riferisce di aver sperimentato il fenomeno della “vibrazione fantasma”, ovvero del falso allarme di ricezione di un messaggio sul cellulare». Aggiunge il professor Giovanni Migliarese, responsabile del Centro ADHD Adulti della Asst-Fbf-Sacco: «La tecnologia permette enormi vantaggi per l’acquisizione di nuove conoscenze, soprattutto settoriali e tecniche, ma rischia di non aiutare nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali. È quindi centrale la necessità di prestare attenzione agli adolescenti, nell’età definita delle scelte, che mostrano un utilizzo problematico di queste tecnologie». Un ruolo fondamentale viene svolto dalla famiglia che può educare/monitorare l’abuso di tecnologia nei giovani, segnalando un disturbo prima che diventi danno e dipendenza. Con le implicazioni, talvolta anche gravi, ad essi associate.
Francesca Morelli