Sono stati premiati i due vincitori della prima edizione del “Premio De Sanctis per i diritti umani”, nel corso di una cerimonia presso la sede della Corte Suprema di Cassazione a Palazzo di Giustizia (Roma) nel corso della quale il professor Massimo Cacciari ha tenuto una lectio magistralis dal titolo Il problema dei “diritti umani”. In occasione del decennale, la Fondazione De Sanctis ha scelto di allargare la sua area di interesse dalla letteratura ad altre discipline: la salute sociale, le scienze economiche, l’Europa e, infine, i diritti umani. L’obiettivo del Premio De Sanctis per i diritti umani è riconoscere le figure autorevoli che si sono distinte per la difesa di tali diritti.
La giuria del Premio, presieduta da Pietro Curzio, Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, è composta da: Gianni Letta (patron del Premio), Corrado Augias (giornalista, autore televisivo e scrittore), Giovanna Botteri (giornalista), Massimo Cacciari (filosofo), Guido Carlino (Presidente della Corte dei conti), Sabino Cassese (giurista e accademico), Fabio Massimo Castaldo (membro del Parlamento Europeo), Franca D’Agostini (filosofa), Donatella Di Cesare (scrittrice e docente universitaria), Roberto Esposito (autore di riferimento dell’ Italian Theory), Lamberto Giannini (Capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza), Simonetta Gola (filantropa e responsabile della comunicazione di Emergency), Antonio Funiciello (Capo del Gabinetto della Presidenza del Consiglio), Luigi Marini (segretario generale della Corte Suprema di Cassazione) e Massimiliano Paolucci (Direttore relazioni esterne, affari istituzionali e sostenibilità del Gruppo Terna) e Guido Raimondi (magistrato). L’evento è stato organizzato in partnership con Aci e L’Igiene Urbana Evolution; come media partner il Gruppo Editoriale Athesis, Pro Format Comunicazione e Sina Bernini.
Per la categoria Le istituzioni è stata proclamata vincitrice la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La motivazione è stata redatta dal dottor Guido Raimondi. <In primo luogo, la constatazione che la Convenzione del 1950 è la prima realizzazione di diritto positivo che ha dato concretezza al messaggio della Dichiarazione universale dei diritti. Si tratta della garanzia di questi diritti a ciascun essere umano, senza alcuna considerazione di razza, di religione, di genere, nemmeno di nazionalità, per cui i diritti fondamentali appartengono a tutti, qualunque cittadinanza si abbia. Un messaggio che esprime la rivoluzione del diritto internazionale, del quale la giuria ha ritenuto di sottolineare la perdurante importanza ai giorni nostri. In secondo luogo, la giuria ha considerato l’importanza della Corte europea dei diritti dell’uomo come baluardo dei principi dello Stato di diritto e della democrazia liberale, il cui nesso indissolubile con la protezione dei diritti fondamentali viene ribadito quotidianamente dalla sua giurisprudenza>.
Per la categoria Le persone il riconoscimento è stato indirizzato a Suor Elvira Tutolo. <Appartiene alla Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida-Thouret. Molisana di Termoli, ha oggi superato i 70 anni. Ha incontrato i ragazzi “difficili” presso la Comunità Cenacolo di Saluzzo (Cuneo), dove nascono a nuova vita tanti giovani tossicodipendenti, e questa esperienza ha voluto portarla poveri là dove i poveri sono ancora più poveri. Ha trascorso 8 anni in Ciad e 2 in Camerun, poi nella Repubblica Centrafricana, dove si è fatta voce dei ragazzi e ragazze di strada, a Berberati prima e oggi nella capitale Bangui. Per loro ha fondato l’Ong “Kizito”, nella quale decine di genitori centrafricani accolgono dalla strada questi ragazzi senza famiglia. Li strappa ogni giorno dalla violenza delle bande armate e dalla prostituzione, creando scuole di taglio e cucito per le giovani e un centro agro-alimentare per i ragazzi. I pericoli legati alla violenza della guerra civile e del conflitto sempre alle porte non hanno prevalso sulla volontà di non abbandonare i “suoi” ragazzi. Allo stesso modo continua a occuparsi dei detenuti del carcere di Berberati. Suor Elvira e l’ONG Kizito monitorano costantemente la situazione del carcere per poter aiutare e prendere in affidamento eventuali bambini e ragazzi detenuti per piccoli atti di criminalità o perché accusati di stregoneria>, come recita parte della motivazione redatta dal dottor Luigi Marini.
Paola Trombetta