PROCREAZIONE ASSISTITA: ANCORA POCA INFORMAZIONE IN EUROPA

L’infertilità viene spesso considerata un punto di non ritorno, una malattia da cui non si guarisce: lo conferma un’ indagine dell’Istituto di ricerche francese Odoxa, promossa dal Gruppo Clinica Eugin, condotta su circa 3 mila europei (francesi, britannici, spagnoli, tedeschi e italiani). Gli europei, e nel 54% di casi anche gli italiani, sono poco o male informati, riconoscendo la propria ignoranza in materia in 7 casi su 10. Molti ancora i falsi miti. Come il picco di fertilità, che la donna raggiunge a 24 anni, mentre il 40% degli europei e il 39% degli italiani la posticipa fra i 25-28 anni: un’opinione errata che fa ritardare la ricerca di maternità. <Molte donne pensano addirittura di essere fertili fino alla menopausa>, fa notare la dottoressa Rita Vassena, direttore scientifico del Gruppo Eugin, <mentre a partire dai 35 anni il livello di fertilità cala fisiologicamente e i trend socio-demografici registrano una crescente tendenza a ritardare l’età della maternità. Se l’età media delle donne che vivono l’esperienza della gravidanza nelle coppie eterosessuali, sposate e non, si colloca attualmente tra 32-36 anni, le previsioni sono che si sposti ancora più avanti nel prossimo futuro. Con tutte le implicazioni del caso: se una donna di età inferiore ai 30 anni ha un rischio del 2-3% di non arrivare a una gravidanza, questo rischio può aumentare fino al 36% in donne di 40 anni e oltre». Una soluzione a questo problema potrebbe essere il Timefreeze, cioè il congelamento di ovociti in giovane età e non solo per motivi di ordine medico. A riguardo l’Europa si divide con un 51% di favorevoli ed un 49% di contrari, di cui il 62% di italiani. Si ritiene, infatti, che congelare ovuli ‘giovani’ per utilizzarli nella maturità, sia una ‘tecnica contro natura o contraria alla propria fede religiosa (33%), che rappresenta una ‘soluzione opportunistica per la donna più votata alla carriera’ (30%) o ancora che si tratti di uno ‘sfruttamento commerciale dell’apprensione delle donne’ (26%). C’è ancora molto scetticismo anche in merito alla ‘donazione’ (di sperma) e di ovuli:  sono contrarie il 67% delle donne europee, di cui il 68% italiane, soprattutto per mancanza di informazione (36%), per l’anonimato della donazione (32%) o per paura dell’invasività del trattamento (25%). Opposizione tanto più evidente se gli ovociti debbano essere donati a coppie omosessuali (60%) o a donne single (45%).   (Francesca Morelli)

 

 

Articoli correlati