SALUTE, WELFARE E SICUREZZA: LO CHIEDONO LE MILANESI AI NUOVI SINDACI

Pensare la città con gli occhi delle donne. In vista delle elezioni amministrative, Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) ha condotto un’indagine che ha coinvolto circa 1.100 donne residenti a Milano di tutte le fasce di età, sullo stato di salute fisica e mentale delle milanesi. E per sensibilizzare le istituzioni ha invitato a un confronto i candidati sindaci al Comune di Milano: Stefano Parisi, Nicolò Mardegan e Pierfrancesco Majorino, in rappresentanza di Giuseppe Sala (era assente il candidato del M5S Gianluca Corrado).

Dall’indagine è emerso un dato inquietante: Milano sarebbe una città stressante, poco attenta alle mamme lavoratrici, anche se mediamente vivibile per le più anziane. Più del 70% del campione (soprattutto le più giovani) dichiara infatti di sentirsi “schiacciata” dallo stress (contro il 37 % della media nazionale). Le conseguenze sono ansia e depressione, che riguardano oltre il 50% delle donne milanesi, in particolare tra i 40 e i 65 anni, e disturbi del sonno (35%). Sul fronte lavoro/maternità, secondo l’indagine, il 74% lamenta grande difficoltà a conciliare lavoro/famiglia e gli stipendi non adeguati per diventare madri. Ma sono emersi anche dati positivi. A Milano ci si sente ben assistiti dal punto di vista sanitario: oltre l’80% delle milanesi si dichiara mediamente soddisfatto dell’assistenza ricevuta da ospedali cittadini, di cui 22 con i Bollini Rosa, consultori e strutture sociosanitarie. Questi dati si inseriscono in un contesto nazionale in cui, al contrario, il livello di soddisfazione è molto inferiore (sempre dati Onda). Emerge inoltre una richiesta di ulteriori servizi di welfare e più attenzione ai bisogni assistenziali, e su queste richieste assicurano l’attenzione entrambi gli schieramenti.
Tra le possibili soluzioni al problema della conciliazione lavoro/famiglia, Parisi ha proposto “il voucher alle mamme e alle famiglie per scegliere un nido pubblico o paritario adeguato alle proprie esigenze”; Majorino ha parlato di rilancio e sviluppo del sistema dei consultori pubblici: “per intercettare in particolare le giovani donne che non sanno a chi rivolgersi e che Milano non può lasciare sole”. Proposta raccolta e condivisa da Parisi, che ha suggerito “in accordo con la Regione, di creare ambulatori territoriali per l’assistenza di primo livello (per evitare i codici bianchi in pronto soccorso)”. Infine, Mardegan ha dichiarato: “basta ai tagli sulla salute e sul welfare, per offrire maggiore qualità e scelta dei servizi sul territorio”.
Unico punto di disaccordo tra Parisi e Majorino: il modello gestionale. Per il primo, “il pubblico non deve necessariamente gestire tutti i servizi, ma affidarne la gestione anche al privato qualificato”, perché sostenere iniziative private è economicamente vantaggioso. È un fatto oggettivo, secondo il candidato sindaco, che il privato operi in un contesto amministrativo più snello del pubblico: gestire in maniera più efficiente per il privato è più facile. Majorino ha ribattuto che: “già oggi l’88% dei servizi di welfare milanese sono esternalizzati al terzo settore”, e ha poi concluso dichiarando di non condividere il modello Parisi, perché non è pensabile che il pubblico arretri in favore del privato; piuttosto sarebbe importante un mix collaborativo tra i due settori. Insomma, tanti buoni propositi per la tutela della salute femminile, che speriamo si realizzino con azioni virtuose dopo le elezioni.    (Cristina Tirinzoni)