Mamme e papà, rompete i tabù: parlate di sesso e sessualità con i vostri figli fin da giovanissimi. Ne farete dei ragazzi più responsabili, senza tuttavia iniziarli più precocemente alla sessualità attiva. È questo l’importante messaggio che emerge da un recente studio, della North Carolina State University, pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, che ha coinvolto all’incirca 12.500 adolescenti tra i 9 e i 18 anni con età media di 12 anni. Quando si tratta di instaurare un dialogo sul sesso i genitori appaiono reticenti, adducendo false scuse: “Sanno già tutto”, “sono ancora piccoli”, “se avranno qualche dubbio, saranno loro a farci le domande”, e affidano la discussione alla tv, ai coetanei, agli amici dei figli più esperti. Lo studio pubblicato dimostra l’esatto contrario: i risultati più informati sulla sessualità si hanno da un confronto diretto genitori-figli. Con un valore aggiunto: se il confronto viene iniziato fin dalle primissime età, sensibilizza i giovani verso un sano e corretto atteggiamento nei confronti del sesso, senza tuttavia invitarli ad essere troppo disinvolti nella loro intimità.
«Il nostro studio – dichiara Laura Widman, prima autrice dell’articolo e psicologa presso l’Università americana – dimostrerebbe che la diretta interazione genitori figli favorisce la (in)formazione sessuale, ovvero educa e incoraggia comportamenti sessuali sicuri».
Lo studio attesta anche un aumento nell’uso del preservativo tra i ragazzi che dialogano di sesso con i genitori o le cui famiglie avevano preso parte a piani di intervento educativi mirati, con sensibili differenze anche in funzione dell’età. Ad esempio è emerso che le azioni rivolte a ragazzi di 14 anni o più piccoli sono in grado di dare risultati migliori rispetto a quelle indirizzate a giovani più grandi, così come una conoscenza del sesso e della sessualità in relazione all’appartenenza etnica sembra essere più produttiva rispetto all’informazione generalizzata, senza una specifica connotazioni culturale. «Questi risultati dovrebbero invitare i genitori a parlare di sesso e sessualità con i loro figli fin da bambini, fase della vita nella quale “assimilano” meglio gli insegnamenti», conclude la Widman. Infine una considerazione “di genere”: delle 31 sperimentazioni di educazione sessuale analizzate, una sola è dedicata esclusivamente ai padri, rivelatasi di successo, come i programmi di formazione indirizzati solo ai figli maschi. Ciò suggerisce che è necessario considerare anche la possibilità di interventi specifici “di genere” per genitori e adolescenti.
Francesca Morelli