È possibile allattare al seno anche in caso di una problematica mammaria in atto, per esempio un’infezione, o pregresse come un intervento chirurgico compreso un tumore, in assoluta sicurezza. Cade una “fake news” che ne bandiva la pratica in questi contesti e il verdetto è più che autorevole, emesso da un attento lavoro di revisione dei dati di letteratura, di dialoghi e confronti fra le maggiori società scientifiche in materia: la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Pediatria (SIP), assieme ad altri 18 Enti (Federazioni professionali e Istituti di ricerca di ambito sanitario, Associazioni, Organizzazioni e ONG per l’Allattamento Materno), quali ANDOS Onlus Nazionale (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), ANISC (Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi), AOGOI (Associazione Ostetrici-Ginecologi Ospedalieri Italiani), Associazioni e ONG per l’Allattamento Materno, Centro Antiveleni-Bergamo, Comitato Italiano per l’UNICEF, ESRA (European Society of Regional Anaesthesia & Pain Therapy), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), FNOPO (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica), IEO (Istituto Europeo di Oncologia IRCCS), SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica), SIGO (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia), SIPO (Società Italiana di Psico-Oncologia) e SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica). Il Gruppo di Lavoro nazionale interdisciplinare, promosso e coordinato dal Dottor Riccardo Davanzo, Presidente della Commissione Allattamento della Società Italiana di Neonatologia COMASIN, ha poi redatto un Position Statement sulla Patologia della Mammella e Lattazione, un documento di oltre 60 pagine che ha stabilito compatibilità e sicurezza dell’allattamento anche in presenza di specifiche condizioni mammarie. Infatti gli esperti SIN e SIP sostengono che <se nelle patologie mammarie si valuta attentamente il rapporto rischi/benefici, quasi sempre è possibile incoraggiare senza incertezze l’allattamento di una madre che sia adeguatamente informata e naturalmente motivata ad avviare o non interrompere l’allattamento. In particolare, le indagini strumentali di tipo radiologico, ecografico e le risonanze nucleari (anche con mezzo di contrasto) sono assolutamente compatibili con l’allattamento e correttamente interpretabili, anche se la mammella è in fase di lattazione>. In buona sostanza questo significa che la donna non deve smettere di allattare per sottoporsi ad accertamenti diagnostici, che non vanno comunque in alcun modo procrastinati, per non ritardare la diagnosi di un eventuale cancro del seno. Anche l’agobiopsia è compatibile con l’allattamento, così come la mastite o l’ascesso mammario, un pregresso cancro al seno o una mastoplastica, che potrebbero in varia misura ostacolare l’allattamento, non controindicano la pratica. Gli operatori sanitari aggiornati e ben orientati, quindi, possono supportare le donne ad allattare il proprio bambino anche in caso di patologia della mammella.
Francesca Morelli