Vi siete mai chiesti come mai le donne asiatiche, rispetto a quelle occidentali, si ammalano di meno, in percentuale addirittura cinque volte inferiore, di tumore del seno e di possibili recidive? Parte del merito, oltre alla componente genetica, sarebbe da attribuire al largo consumo di soia. Questo alimento contiene infatti genisteina, uno degli isoflavoni più attivi della soia, che ha una struttura simile a quella degli estrogeni ed è in grado di attivare i recettori per gli estrogeni. I quali hanno un ruolo determinante nell’insorgenza del tumore. L’associazione soia-tumore al seno sarebbe stata confermata di recente da uno studio condotto in laboratorio, cioè sui topi, da ricercatori del Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center, negli Stati Uniti, e pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research, documentando sia effetti positivi, ma anche una azione contrapposta. Esiti che appaiono determinati dal momento in cui inizia il consumo di soia. L’osservazione delle reazioni alla soia sui topi avrebbe evidenziato che il consumo di questo alimento, iniziato molto prima dello sviluppo di un tumore del seno, migliorerebbe l’efficacia del tamoxifene (la terapia standard oggi utilizzata nei tumori del seno che hanno recettori per estrogeni, pari a circa il 70% dei casi), riducendo anche il rischio di recidiva a distanza. Ovvero il consumo di soia potenzierebbe l’immunità globale contro lo sviluppo di questa forma di tumore: «La genisteina – commenta Xiyuan Zhang, primo autore dello studio – inibisce il meccanismo dell’autofagia che consente alle cellule tumorali di sopravvivere». Effetti opposti si registrerebbero invece se il consumo di soia comincia nel corso di terapia ormonale dopo un tumore: «I ratti che avevano consumato genisteina da adulti – aggiunge il ricercatore – presentavano un rischio di recidiva di carcinoma della mammella del 7% dopo trattamento con tamoxifene, contro il 33% di quelli esposti alla genisteina dopo la comparsa del tumore». Il meccanismo per il quale si verifichi questo fenomeno è però ancora da chiarire. In attesa che vengano date nuove conferme di efficacia, gli esperti suggeriscono di continuare il consumo di soia, qualora sia un alimento comune della vostra dieta da tempo e di astenersi dall’assunzione in qualsiasi altro caso. Noi suggeriamo, comunque, di sentire il parere del vostro medico oncologo di riferimento o di un nutrizionista esperto in campo oncologico. F.M.
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