“Non mi sento in me, la mia testa è come se non mi seguisse per niente”: così dichiara Lorenzo 16 anni. “Vi contatto perché sto vivendo un momento molto buio: non mi ascolta e comprende nessuno e non so più cosa fare. 7 mesi fa sono caduto nel tunnel dell’anoressia, purtroppo ho perso tanto tanto peso, ho paura, mi sento triste, piango continuamente e non mi sento capito”, confessa in un atto liberatorio Marco, 15 anni. Sono solo alcune delle richieste di aiuto pervenute a Telefono Azzurro, sensibilmente aumentate nel corso degli ultimi anni: 19.696 solo nel 2022, di cui 1.459 segnalazioni relative a problemi di salute mentale (4 casi al giorno) e 347 gestite dal numero Emergenza Infanzia 114.
La salute mentale dei ragazzi è in bilico: lo attesta l’indagine di Telefono Azzurro, i cui risultati sono stati presentati in occasione della Giornata Internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza (15 Novembre), condotta con il supporto di BVA Doxa, tra 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Emerge che nelle ultime due settimane precedenti l’indagine, soltanto il 41% dei ragazzi si è sentito felice, contro il 21% che ha dichiarato di sentirsi in ansia o preoccupato (20%), il 6% triste, mentre a 1 ragazzo su 2 il futuro appare oscuro. Molte le cause della sofferenza psico-emotiva dei ragazzi/adolescenti: la dipendenza da internet e dai social network (52%), la mancanza di autostima (41%), le difficoltà relazionali con gli adulti (40%), ansia e attacchi di panico (30%). Per il 61% potrebbe essere utile parlarne di più: spesso invece si vergognano, hanno paura di chiedere aiuto. Serve, secondo i giovani (41%), formare e insegnare soprattutto ai genitori, che sono gli interlocutori privilegiati, come essere vicino ai figli che stanno male, insieme alla scuola (39%). Anche essere seguiti da un professionista o da uno psicologo potrebbe rappresentare una soluzione (39%), ma il 22% preferirebbe potersi raccontare in modo anonimo, utilizzando ad esempio le chat o altri strumenti digitali facilmente accessibili (63%), uno “spazio” in cui non si è giudicati (62%), fino al punto che senza l’utilizzo dei social il 22% dei ragazzi si sentirebbe “ansioso” o “agitato”, l’11% “solo”, il 23% “perso”.
«Nell’ultimo anno sono sensibilmente aumentate le richieste di aiuto legate alla salute mentale – ha dichiarato Ernesto Caffo, Presidente e Fondatore di Telefono Azzurro – La velocità trasformativa del digitale ha modificato lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, troppo spesso da soli, forme di difficoltà e di disagio, oltre ad essere esposti a moltissimi rischi. È invece fondamentale non lasciare i più giovani da soli all’interno dei mondi digitali e dei social network, colmando le lacune di reti familiari sempre più fragili, o supportare l’apporto che può fornire la scuola. L’obiettivo è andare oltre, ad esempio attivando forme di collaborazione e progetti comuni e trasversali capaci di tutelare e mettere al primo posto il benessere mentale di bambini e adolescenti». E per aiutarli, Telefono azzurro ha realizzato “E Tu, Stai Bene con te?”, una guida che parla direttamente ai ragazzi e risponde in maniera concreta ai dubbi rispetto al disagio che stanno vivendo. Un primo passo per uscire dalla solitudine e aiutare a rompere la barriera del silenzio.
Francesca Morelli