È partito dalla Toscana il progetto pilota di un Centro dedicato alla Medicina di Genere. Ne hanno parlato gli specialisti in occasione del Forum “Sostenibilità e opportunità nel settore salute” che si è svolto il 23-24 settembre alla Leopolda a Firenze.
L’obiettivo? «Diffondere la consapevolezza dell’appropriatezza delle cure rivolte alle donne e sensibilizzare le istituzioni e gli operatori sanitari sulla tematica di genere», puntualizza la dottoressa Annamaria Celesti, ginecologa e coordinatrice del Centro regionale toscano Salute e Medicina di genere. «L’obiettivo di questo progetto pilota è quello di poter creare all’interno degli ospedali percorsi di genere, dove l’attenzione alle problematiche delle donne sia una priorità. È fondamentale differenziare le diagnosi e le terapie: malattie come tumori, cardiopatie, diabete si manifestano in modo diverso nell’uomo e nella donna e come tali devono essere riconosciute e curate con terapie personalizzate. Troppo spesso, infatti, le patologie femminili non sono adeguatamente prese in considerazione. Un esempio sono le problematiche cardiologiche che, nelle donne, vengono spesso trascurate, anche nei Pronto Soccorsi degli ospedali. Se per la sintomatologia cardiaca avvertita da un uomo viene subito allertato il personale specialistico, con esami mirati per accertarne la gravità, sintomi analoghi nella donna sono a volte trascurati, con i rischi che ne possono seguire».
Per questo l’Associazione Italiana Donne Medico ha promosso il Progetto Cardio (Cardiologia Donna) allo scopo di sensibilizzare le Cardiologie ospedaliere di tutt’Italia a una maggior attenzione alle problematiche cardiache delle donne.
«Sono una sessantina gli ospedali coinvolti e verranno arruolate una decina di donne per ciascun centro cardiologico di riferimento, per un totale di 600 donne», puntualizza la dottoressa Caterina Ermio, presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico (www.donnemedico.org)
L’obiettivo? «Valutare e monitorare i sintomi che colpiscono le donne e confrontarli con quelli degli uomini, per una migliore gestione della diagnosi e delle terapie, che porterebbe a lungo andare anche a un risparmio della spesa sanitaria».
P. T.