Aumenta il numero degli adolescenti italiani con comportamenti a rischio di dipendenza da sostanze e non solo: più del 22% dei giovani che frequentano le scuole superiori presenta un rapporto di dipendenza dal Web. Il dato emerge da uno studio realizzato dalla Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” – Università Cattolica del Sacro Cuore, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Psychiatry”. La ricerca è stata condotta dal dottor Marco Di Nicola e coordinata dal professor Luigi Janiri dell’Unita operativa Complessa del Gemelli e Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica: dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre alla compromissione di tratti della personalità e caratteristiche psicologiche, associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.
Lo studio ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori (240 maschi e 756 femmine, con un’età media di circa 16 anni) valutati mediante questionari specifici per indagarne le caratteristiche socio-demografiche, l’abitudine al fumo, l’uso di alcolici e di altre sostanze, il rendimento scolastico, i comportamenti a rischio di dipendenza (Internet, gioco d’azzardo, esercizio fisico). <Il consumo frequente di alcolici e l’uso di sostanze sono molto comuni nei maschi>, spiega il dottor Di Nicola, <ma rispetto al passato le differenze di genere sono sempre meno evidenti, soprattutto per quanto riguarda i cannabinoidi ed il binge drinking (abbuffate alcoliche)>.
La dipendenza da Internet è stata rilevata nel 22 % dei giovani, senza differenze tra maschi e femmine. <Il fenomeno è stato valutato con un’intervista e con test specifici che esplorano l’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità (scuola, lavoro, rapporti familiari e relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno) e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al Web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo, anche se non si può parlare ancora di una vera e propria “dipendenza”. I maschi riportano tale condotta più frequentemente delle femmine (29,9% verso 3,7%)>.
Le condotte di dipendenza analizzate, sia da sostanze che comportamentali, sono risultate associate ad una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore il rendimento. Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione, si correlano al rischio di comportamenti di dipendenza. <Negli ultimi anni abbiamo assistito all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, all’aumento di comportamenti quali il binge-drinking e la drunkoressia (sottoporsi a restrizione alimentare prima di consumare alcolici, sia per limitare l’introito calorico ed evitare di prendere peso, sia per potenziare gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcol), nonché dell’uso problematico di Internet e del gioco (prevalentemente online), con un incremento del rischio di sviluppare in età adulta dipendenze patologiche e disturbi psichici>, conclude il professor Janiri.
Paola Trombetta