C’è la coppia preoccupata che i fratellini accettino la sorellina in arrivo. E c’è la neomamma che ha fatto pratica come zia e crede di sapere tutto, ma quando ha tra le mani il suo primo figlio non sa da dove iniziare. C’è il neonatologo che narra di quando ha voluto essere in sala parto a “tirar fuori” il suo stesso figlio. Sono alcune delle storie di “Vite in attesa”, il percorso espositivo di foto e racconti dedicato alla nascita, presso il’Ospedale San Giuseppe di Via San Vittore, a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio, dove sono nate intere generazioni di milanesi. La mostra, aperta al pubblico da oggi fino alla fine di ottobre, è un susseguirsi di volti di madri, padri, sorelle, fratelli, nonni, medici, infermieri, ostetriche. “Vite in attesa” di una nuova vita che sta per arrivare o è appena arrivata, con tutto il carico di dubbi, desideri e aspettative che porta con sé. Ritratti che raccontano gioie e paure, domande e risposte di tutti coloro che aspettano un bambino, per vederlo nascere e crescere. Perché l’attesa non è solo della madre, ma dell’intera famiglia, della cerchia di amici, del ginecologo e dell’ostetrica che seguono la gravidanza, di tutti quelli che vedono la pancia e sorridono, pensando al miracolo della vita. L’idea nasce dalla collaborazione tra il Gruppo MultiMedica, polo ospedaliero cui fa capo il San Giuseppe, e “Umani a Milano”, progetto di storytelling dedicato alla città che, dal 2013, ne “cataloga” gli abitanti, ai quali viene chiesto un ritratto fotografico e un breve racconto di quello che sta facendo lì, in quel momento. L’iniziativa ha il contributo di Rilastil, marchio di Istituto Ganassini, attento alle esigenze dermatologiche delle mamme.
<Ogni tentativo di descrivere il viaggio del venire al mondo si scontra con l’impossibilità di dialogare con quei “naviganti”, che sono i neonati; quindi non si può fare altro che provare a raccontare lo stato d’animo di chi aspetta, freme, si prepara ad accogliere i nuovi arrivi>, spiegano Bianca Borriello e Stefano D’Andrea, storyteller di “Umani a Milano”. <Abbiamo scattato decine di foto e registrato frasi per lo più masticate, grossolane e timide, di genitori nuovissimi o rinnovati, e quelle sicure dei medici, delle ostetriche, delle infermiere, guide insostituibili per ogni nuova famiglia. È stato bellissimo, ma non abbiamo svelato segreti, perché nessuna magia che si rispetti lo consente>.
<La mostra Vite in attesa si compone dei racconti, per parole e immagini, di alcune delle tante persone che hanno vissuto un momento emozionante all’interno del nostro Dipartimento Materno Infantile>, afferma Daniele Schwarz, Amministratore Delegato, Gruppo MultiMedica. <L’iniziativa si lega a un progetto che abbiamo intrapreso tre anni fa, “Curarsi ad Arte”, volto ad umanizzare le pratiche di cura attraverso il ricorso all’arte e alla bellezza. L’obiettivo è di dar vita, all’interno di un ospedale, a un percorso espositivo che renda “più bello” il luogo fisico e, allo stesso tempo, rivesta un ruolo “terapeutico”, in grado di migliorare la partecipazione emotiva al cammino di cura intrapreso>.
<Ogni anno nel nostro reparto sono 1.400 le nuove vite in arrivo, che portano con sé altrettante storie, all’apparenza simili, in realtà uniche, sempre nuove e irripetibili>, commenta Stefano Bianchi, direttore del Dipartimento materno-infantile dell’Ospedale San Giuseppe. <Il nostro staff opera secondo la convinzione che la qualità della vita fisica e intellettiva dell’adulto dipenda in gran parte, non solo dall’assistenza alla nascita, ma anche da quella data alla madre e alla famiglia durante la gravidanza. Un’assistenza non solo sul piano clinico, ma che abbraccia anche la sfera emozionale>.
Paola Trombetta