<p> </p> <div style=”background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; font: normal normal normal 62.5%/1.4 Arial, Helvetica, Verdana, sans-serif; border-top-left-radius: 4px; border-top-right-radius: 4px; border-bottom-right-radius: 4px; border-bottom-left-radius: 4px; border-top-style: none; border-right-style: none; border-bottom-style: none; border-left-style: none; border-width: initial; border-color: initial; border-image: initial; “> <p> <strong style=”text-align: justify; “>Paura, incredulità, rabbia: sono i sentimenti che provano le donne quando ricevono la diagnosi di tumore. Ma sono anche le prime a reagire e non perdersi d’animo. Anche se, affrontando cure pesanti come la chemioterapia, la conseguenza che più temono è la perdita di capelli. Per la prima volta i problemi e le speranze dei pazienti sono presentati “Ad alta voce”, la prima grande indagine nazionale che riguarda i soggetti colpiti da tumore (più di 2,2 milioni in Italia) realizzata dal Censis con il sostegno di Roche.</strong></p> <p style=”text-align: justify; “> <strong><Il tumore è una patologia sociale perché colpisce la salute delle persone, ma richiede, nello stesso tempo, una risposta medica e assistenziale all’altezza della situazione> puntualizza Carla Collicelli, vicepresidente del Censis che ha curato questa indagine (www.adaltavoce.info). <Dalla nostra indagine risulta un’assistenza a due facce: viene valutata positivamente la qualità dell’assistenza del Servizio Sanitario; è invece negativo il giudizio sui servizi sociali sul territorio>. Dall’indagine emerge che il 77% dei pazienti giudica ottimi (25,7%) o buoni (51,6%) i servizi sanitari con cui sono entrati in contatto dal momento della diagnosi. Molto apprezzati sono la capacità professionale degli operatori sanitari (medici e infermieri), la qualità dei servizi di day-hospital e ambulatoriali e anche quella degli ospedali. L’indagine del Censis rivela che solo il 45% dei pazienti ritiene buoni i servizi sociali, mentre il 13,6% esprime giudizi insufficienti e addirittura il 21% li considera inesistenti sul proprio territorio. Molto negativo è il giudizio sull’assistenza domiciliare, giudicata insufficiente dal 42% degli intervistati.</strong></p> <p style=”text-align: justify; “> <strong>Paola Trombetta</strong></p> <p> </p> </div>